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Quando la sanità pubblica funziona: 'luci' sul reparto di Gastroenterologia del 'San Pio'

La lettera di un assistito all'assessore regionale Paolucci

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Egregio assessore alla Sanità dr. Paolucci, quando la sanità pubblica funziona!

Circa un mese fa, a seguito di problemi persistenti di salute di carattere gastroenterologico, mi sono rivolto al mio Medico curante per richiedere indicazioni ed approfondimenti di merito. Lei, molto umilmente e professionalmente, dopo avermi ascoltato e valutato il tutto, mi ha subito spiegato e consigliato il da farsi prima possibile, rilasciandomi la relativa prescrizione diagnostica (ricetta rossa!) con relativo codice di parziale priorità/urgenza d’accertamento. Dopo avermi chiesto se avessi delle preferenze personali di scelta di professionista (!) e struttura di merito, a titolo puramente informativo si è permessa di consigliarmi, sulla base degli eccellenti risultati avuti (tempistica e professionalità!) dai Suoi pazienti, disinteressatamente (non per accordi e/o vantaggi economici personali!) un nominativo di professionista e della relativa struttura presso la quale opera.

Io, per scelta personale certamente non casuale ed occasionale (!) ed anche in virtù del gran ben parlare di tutti coloro che ne hanno usufruito, ho deciso di rivolgermi altrove.

Il giorno seguente, prescrizione alla mano, mi sono recato di buon mattino direttamente (il codice della prescrizione me lo ha permesso, evitando il famoso e rinomato Cup!) presso l’Unità Operativa di Gastroenterologia Diagnostica del presidio ospedaliero “San Pio da Pietrelcina” di Vasto. Dopo aver fatto la mia dovuta e giusta fila d’attesa di circa venti minuti, al cospetto di una sala d’attesa già semipiena di potenziali pazienti/clienti e relativi familiari/accompagnatori, e dopo aver osservato come in tempo reale e con celerità l’Operatore dello sportello (anche ma non solo!) di reparto gestisse con tutta tranquillità lo smaltimento delle richieste/informazioni, è stato il mio turno. Allo stesso modo precedentemente osservato, il medesimo Operatore con umiltà e professionalità, mi ha chiesto cosa dovessi fare. Dopo aver spiegato ed esibito la prescrizione mi ha subito evidenziato, in subordine al codice di prescrizione, che la “prima data utile per l’accertamento/intervento diagnostico fosse a circa un mese” di distanza. Ed alla mia risposta positiva/accettazione ha subito effettuato la prenotazione ufficiale del nominativo, giorno, ora e dettagli della prescrizione rilasciandomi un protocollo di indicazioni da seguire e spiegandomi anche di persona cosa e come fare per l’accertamento/intervento.

La settimana scorsa, recatomi al Ns caro nosocomio “San Pio” (aiutaci Tu….!) di Vasto e raggiunto il sopracitato reparto in prossimità del mio orario, un altro Operatore di sportello (anche ma non solo!), altrettanto garbato e gentile come il primo, mi ha chiesto il nominativo e mi ha subito evidenziato che per eseguire il mio accertamento/intervento c’era da aspettare, gentilmente, un po’ di tempo. Trascorso il quale sono stato chiamato e sottoposto con tutti i rituali preventivi del caso: domande anamnestiche, diagnostiche, preparazione/sedazione(!) ecc. Con la particolarità, non secondaria ed insignificante, che nella sala/ambiente erano presenti due Infermieri Professionali (anche ma non solo!) di definizione e di fatto ed un’altra giovane e gentile allieva infermiera oltre al Medico sopraggiunto. Dopo circa un’ora, conclusasi oltretutto la fase di sedazione precedentemente somministrata, mi sono finalmente risvegliato (!) e ritrovato su un lettino/barella in un’altra camera/sala circondato, momentaneamente, dal Medico che ha effettuato l’accertamento/intervento e dagli stessi due Infermieri Professionali oltre che da un mio caro congiunto. Fatta l’attesa di routine e parlato assieme al mio congiunto dell’esito dell’intervento con il Medico in questione, seppur velocemente e fugacemente (presumo avesse altri pazienti in attesa!) mi sono avviato, riaccompagnato opportunamente, a domicilio.

Oggi, a distanza di circa una settimana, in condizioni soggettive certamente più lucide ed appropriate del post accertamento/intervento a causa del sedativo e, di ciò chiedo scusa agli interessati per non averlo potuto fare personalmente, posso e devo ringraziare pubblicamente ed indistintamente per umiltà, professionalità, dedizione e passione tutti Coloro che orgogliosamente e professionalmente lavorano “solo” (!) nella Asl 02 di Lanciano-Vasto-Chieti nell’Unità Operativa di Gastroenterologia (Diagnostica) del presidio ospedaliero di Vasto: il Primario Dr. Antonio Spadaccini, il Dirigente Medico Dr. Michele Silla, gli Infermieri Professionali - anche ma non solo (!), in quanto anche Operatori di sportello - Sig.ri Di Liborio Giovanni e Fioriti Concetto, l’allieva Infermiera Sig.na Chiara oltre che tutti gli altri del medesimo reparto che non ho avuto modo di conoscere, che rappresentano nei rispettivi ruoli il meglio della vera e “sana” Sanità pubblica in Abruzzo ed in provincia di Chieti.

Quindi, tutto ciò premesso, Egregio Assessore alla Sanità dr. Paolucci (mi scuso con Lei se ometto volutamente il Suo nome, ma citarlo, per noti e meno noti accadimenti, sia in ambito locale che nazionale, non è di certo di buon auspicio!) mi rivolgo a Lei, evidenziando, come già fatto di persona in un’assemblea pubblica tenutasi a Casoli
(Chieti) a novembre 2014 sulla riorganizzazione della Sanità pubblica (non privata!) sul territorio, che l’eccellente qualità dei servizi sanitari erogati nei rispettivi reparti, soprattutto operativi/diagnostici, di tutte e quattro le Asl abruzzesi (mi auguro diventino a breve unica!) si realizza propedeuticamente e funzionalmente con validi noti e meno noti Professionisti Primari, Medici e relativi Staff (non certamente per tessere di partito come troppe volte successo in passato!) ma soprattutto anche quando gli stessi validi Primari e Medici fanno il proprio dovere professionale, oltretutto dettato dal giuramento di Ippocrate prim’ancora che dal codice penale, nell’interesse dei soli pazienti e della sola e solamente struttura pubblica nella quale operano, e non, come troppe volte avviene, purtroppo, anche nella Asl 02 Lanciano-Vasto-Chieti, con la certezza riscontrata nei fatti di ciò che affermo, anche da parte di altrettanti noti e meno noti (!) “disonesti, ipocriti e miseri primari e medici ospedalieri” che hanno solo e solamente a cuore i
propri interessi economici personali, pensando alla sanità pubblica sì, ma solo e solamente nel giorno 27 di ogni mese e sempre più ai propri imprenditoriali/politici/amichevoli studi privati (!) contraddistinti oltretutto dalla famosa ed ormai risaputa, anche in tutta la provincia di Chieti, formula finale posta al paziente di turno: “150/200 euro con fattura, 100/150 euro senza fattura”.

Concludo dicendoLe, che poi ove volesse e potesse approfondire tale argomento, come sollecitato a fare nell’assemblea pubblica di Casoli, a mezzo sane Istituzioni preposte, sono ben lieto e disponibile anche a fornire, almeno nelle realtà ospedaliere di Lanciano e Vasto, le dovute quanto circostanziate informazioni dei casi specifici, fornendoLe opportunamente e dovutamente Nomi e Cognomi. Cosa che invito a fare anche ai tanti onesti cittadini d’Abruzzo e della provincia di Chieti.

Perché, sempre rimanendo in tema di sanità, ma non sarebbe l’unico tema (!), tutti assieme possiamo affrontare una sana e storica: Campagna di prevenzione 2015. Contro tutti i primari e medici ospedalieri diversamente onesti. Perché se Li conosci li eviti. Ogni riferimento non è puramente casuale!

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