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Molino Village, legittimo l'acquisto delle residenze sulla costa

La disposizione della Corte di Cassazione

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Dimostrata la buona fede degli acquirenti. Con questa motivazione la Cassazione ha disposto l'archiviazione della posizione dei proprietari che acquistarono un appartamento nel complesso residenziale Molino Village di Vasto Marina.

La notizia è stata confermata dagli avvocati di alcuni acquirenti, Arnaldo Tascione e Giuliano Milia.

Per oltre 20 appartamenti, già il Riesame aveva accolto tra la seconda metà di gennaio e gli inizi di febbraio di due anni fa la richiesta di dissequestro, ritenendo gli acquirenti in buona fede e, dunque, estranei ai fatti contestati all'impresa costruttrice.

Dopo 3 anni e tre gradi di giudizio gli acquirenti tirano un sospiro di sollievo.

A convincere i giudici è stata la documentazione prodotta dai difensori: permessi a costruire del Comune, la certificazione della legittimità degli atti notarili, la legittimità dei documenti di edificabilità e degli uffici legali delle banche che avevano finanziato la realizzazione dell'opera.

Il complesso edilizio venne sequestrato il 7 gennaio di 3 anni fa sulla riviera di Vasto Marina.

«Abbiamo sempre sostenuto che le vendite in favore di privati fossero possibili in base alle normative urbanistiche regionali. Il costruttore aveva assunto l'impegno a rispettare le leggi urbanistiche e questo, a nostro avviso», dice Tascione, «conferì legittimità all'acquisto».

La difesa si è avvalsa di due professori universitari per respingere le accuse e sostenere che sarebbe stato tutto regolare. Il complesso, esteso su un'area di quasi due ettari e composto da un centinaio di appartamenti e da un corpo di fabbrica in fase di costruzione, venne sequestrato perché ritenuto irregolare dal punto di vista urbanistico in quanto realizzato in violazione di un vincolo che destinava quell'area alle sole strutture turistico-ricettive. «Le indagini, effettuate anche con l'ausilio tecnico di un consulente, hanno consentito di rilevare che la gran parte degli immobili ivi realizzati era destinata a residenze private e non all'uso alberghiero», spiegò all'epoca la Procura di Vasto.

Nella stessa inchiesta vennero coinvolti alcuni funzionari comunali che a parere della magistratura emisero i pareri favorevoli e i permessi a costruire in contrasto col piano di lottizzazione approvato dal Consiglio comunale di Vasto nel 2007.

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