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Altri detenuti in arrivo e Casa Lavoro senza... lavoro: dichiarato lo stato di agitazione

Si mobilitano i sindacati della Polizia Penitenziaria in servizio alla casa circondariale di Torre Sinello

redazione
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Nuova proclamazione dello stato di agitazione da parte delle organizzazioni sindacali di riferimento del personale di Polizia Penitenziaria in servizio alla casa circondariale di Torre Sinello di Vasto.

Alla base della mobilitazione questioni irrisolte e nuove situazioni che rendono ancora più problematica la realtà dei lavoratori.

Punto nodale l'orientamento dell'Amministrazione Penitenziaria che intenderebbe aprire a Vasto un nuovo reparto per ospitare poco più di una trentina di detenuti.

"Da quanto ci è dato sapere alla prossima apertura del reparto - si legge in una nota delle sigle sindacali Sappe, Osapp, Ugl, Cgil, Cisl, Uil, Sinappe e Cnpp - non seguirà un adeguato incremento di personale e ciò pregiudicherebbe ulteriormente le condizioni di lavoro dei colleghi con conseguenti riflessi sui diritti costituzionalmente garantiti quali il diritto alle ferie e ai riposi settimanali: c'è parte del personale che ancora deve fruire delle ferie dell'anno 2011.

Non sono trascorsi 2 anni da quando, per decisione dell'Amministrazione Penitenziaria, fu trasformato l'Istituto di Vasto in Casa Lavoro facendo ricadere sui colleghi le conseguenze che ne scaturirono e di cui ancora oggi si discute perché mai risolte.

Seguirono a suo tempo una serie di promesse ed impegni per la realizzazione del laboratorio di sartoria. Tali impegni sono tutt'ora disattesi: in pratica da 2 anni la Casa Lavoro è senza lavoro!

Ora diciamo basta perché siamo stufi di subire decisioni che poi gravano sulle nostre condizioni di lavoro e comprimono i nostri diritti.

Per questi motivi - è la conclusione della nota dei sindacati di Polizia Penitenziaria - dichiariamo lo stato di agitazione, non escludendo altre iniziative di protesta più eclatanti qualora l'Amminisfazione Penitenziaria si sottrarrà al confronto quale atto dovuto e non semplice concessione, che investe le prerogative delle parti socjali in un contesto dove la garanzia dei diritti è obiettivo comune e non un aspetto secondariò come si vorrebbe far intendere".

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