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Maxi multa dall'Europa: il gruppo Pilkington dovrà sborsare 357 milioni di euro

Preoccupazione nel Vastese per la sanzione alla multinazionale del vetro

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Una maxi multa da 357 milioni di euro: interessato dalla sanzione, confermata dal Tribunale dell'Unione Europea, è il gruppo Pilkington, multinazionale del vetro da anni presente nel Vastese, a San Salvo nell'area industriale di Piana Sant'Angelo, con un proprio ben avviato stabilimento.

L'organo giudiziario ha avallato una precedente decisione della Commissione Europea che aveva posto nel 'mirino' la partecipazione della Pilkington ad un cartello del vetro destinato al settore auto.

“Il 12 novembre 2008 la Commissione aveva constatato che varie imprese avevano violato il diritto della concorrenza dell'Unione Europea partecipando a un insieme di accordi e di pratiche concordate nel settore del vetro destinato al settore auto - si legge in un comunicato del Tribunale dell'Ue -. L'intesa consisteva in una ripartizione della fornitura dei vetri destinati al settore auto, volta a mantenere una globale stabilità delle posizioni delle parti sul mercato in questione”.

Il gruppo Pilkington si compone delle società Pilkington Automotive, Pilkington Automotive Deutschland, Pilkington Holding e Pilkington Italia (sito di San Salvo).

“Insieme – è ancora sottolineato dal Tribunale europeo - costituiscono uno dei più importanti produttori mondiali di vetro e di elementi in vetro, in particolare nel settore automobilistico”.

Contro la prima decisione della Commissione la Pilkington aveva presentato ricorso al Tribunale dell'Unione nel febbraio 2013. “In merito agli argomenti della Pilkington relativi alla natura e alla durata dell'infrazione, il Tribunale constata che la Commissione ha giustamente qualificato il comportamento dei partecipanti all'intesa come un'infrazione unica e continuata, il cui obiettivo era quello di garantire una globale stabilità delle quote di mercato dei partecipanti”, viene evidenziato nella nota del Tribunale che rileva anche come Pilkington non abbia prodotto “alcun indizio tale da dimostrare che la sua partecipazione alle riunioni dei membri dell'intesa fra il 10 marzo 1998 e il 15 gennaio 1999 fosse priva di qualsiasi volontà anticoncorrenziale e che essa avesse preso pubblicamente le distanze dall'oggetto di tali riunioni”.

Il gruppo Pilkington aveva chiesto l'annullamento o, in subordine, la riduzione in modo sostanziale dell'ammenda inflitta, ma il ricorso non è stato accolto perché “malgrado il fatto che l'ammenda sia una delle più ingenti mai inflitte a un partecipante ad un'intesa, la Commissione ha rispettato i principi generali del diritto, tra cui i principi di parità di trattamento e di proporzionalità”. Quest'ultima decisione potrà essere impugnata davanti la Corte di Giustizia Europea, che ha sede in Lussemburgo, entro 2 mesi dalla notifica, ma solo per le questioni di diritto.

Di questa sentenza si avrà modo di parlare domani nel corso dell'annuale appuntamento di incontro dei rappresentanti degli organi di informazione con i vertici dello stabilimento.

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