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Referendum contro la soppressione dei Tribunali: l'ultima parola alla Corte Costituzionale

Tra le sedi giudiziarie coinvolte in Abruzzo c'è Vasto

redazione
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L'ultima parola spetterà alla Corte Costituzionale.

Si parla della riforma della geografia giudiziaria in atto in Italia per la quale l’ufficio centrale per il Referendum della Corte di Cassazione ha dichiarato conformi le richieste presentate da 5 Consigli regionali (Abruzzo, Basilicata, Campania, Puglia e Sicilia).

Al centro dell'attenzione la soppressione di numerosi Tribunali in tutta Italia (per alcuni dei quali già concretizzata) con il parere dei cittadini che sarebbero chiamati a decidere se mantenere o cancellare le novità legislative in corso d'opera dal mese di settembre 2013.

In Abruzzo ad essere interessato c'è il Tribunale di Vasto che, assieme a quelli di Lanciano, Avezzano e Sulmona, è nella lista delle sedi giudiziarie da cancellare (provvedimenti relativi che sono stati differiti al 2018). La Corte di Cassazione ha dunque dichiarato ammissibili i 3 quesiti per il nuovo referendum nazionale chiesto dai 5 Consigli regionali contro il taglio dei Tribunali cosiddetti minori.

La Suprema Corte Costituzionale, in ultima battuta, dovrà decidere se dare o no parere positivo allo svolgimento del referendum popolare, con i cittadini eventualmente chiamati ad esprimersi relativamente alle norme che prevedono le soppressioni, contenute nelle leggi statali 148/2011 e nei decreti legislativi 155 e 156 del 2012.

A gennaio 2014 la Consulta aveva bocciato una prima simile richiesta referendaria, ma ora il sì della Cassazione ha 'riaperto la partita'.

Da più parti, è stato rilevato, la ratio della riforma che si inseriva nel più generale quadro della spending review, non ha maturato gli effetti sperati, con un incremento dei costi rispetto all'iniziale previsione delle diminuzioni. Il Tribunale di Vasto, con Lanciano, secondo i piani dovrebbe essere accorpato a quello di Chieti, realizzando un unico presidio per tutto il territorio provinciale.

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