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Direzione del Teatro Rossetti, tra ricorsi al Tar ed esposti alla Procura

La nota del consigliere D'Alessandro

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Se Gadda fosse ancora tra noi, non esiterebbe a scrivere “Quer pasticciaccio brutto der Teatro Rossetti”. Sì, perché il Bando per la nomina del nuovo Direttore artistico assume contorni poco chiari e a dir poco allarmanti, rendendo indispensabile l’ennesimo Esposto in  Procura. Abbiamo di fronte una Commissione che non guarda i requisiti di ammissibilità prima della selezione iniziale. Valuta i curriculum dei 17 candidati e ne manda 5 alla prova del 9 settembre. Poi, guarda finalmente i requisiti e decide l’esclusione di Bellafronte. Per 42 giorni il silenzio è assordante. Non a caso, ogni giorno, chiudo il mio articolo chiedendo all’Amministrazione delle banane quando ci fa conoscere il nome del vincitore. Tutto il ritardo, con la mancanza di un decreto di nomina, ha consentito a un ricorrente di avere oggi la sospensiva. Se fosse stato fatto il decreto di nomina, il Tar avrebbe sempre potuto, un giorno, accogliendo un ricorso, annullare l’atto in giudizio, ma non avremmo avuto la sospensiva e la riammissione con riserva di oggi.

Il 21 ottobre leggiamo sui siti giornalistici che ha vinto Rocco Pugliese Eerola con determina dirigenziale del 15 ottobre, riferimento che non riusciamo a trovare sul sito del Comune ma solo su piazzarossetti.it. È stata pubblicata? È stata comunicata? A tutti i candidati? C’è chi dice di non aver trovato nulla né sul sito del Comune né nella cassetta della posta. Come si può ricorrere al Tar senza la pubblicazione di un atto? Per averlo letto sui giornali? Anche gli altri candidati del 9 settembre avrebbero potuto fare ricorso contro il vincitore, ma non sono tenuti a leggerne il nome sulla stampa.

Sabato scorso leggiamo, a firma degli avvocati Gileno e Russo che “Raffaele Bellafronte ha ritualmente contestato ed impugnato non solo, per ragioni procedurali e soprattutto sostanziali e provvedimentali, la sua illegittima esclusione dalla procedura di selezione, cui era stato regolarmente ammesso in precedenza, ma anche l’ammissione, per mancanza dei requisiti obbligatori di partecipazione, dell’asserito vincitore”. Il Tar concede la sospensiva. Dunque, in attesa del giudizio di merito, previsto per il 6 novembre, la Commissione avrebbe mancato, secondo il ricorrente, di cogliere anche il requisito obbligatorio di partecipazione del candidato designato come vincitore. Insomma, questa Commissione avrebbe inanellato diverse amnesie. Non solo. È facilmente prevedibile che anche gli altri tre candidati, giudicati perdenti il 9 settembre scorso, avranno qualcosa da ridire producendo altrettanti ricorsi. Così come sarà scontato il ricorso di chi il 21 ottobre ha vinto e poi forse non ha vinto più.
Insomma, questo Bando, iniziato male, rischia di finire peggio. Per colpa dell’Amministrazione delle banane, che mette in campo un Bando generico, che non distingue tra tipi di condanne. Solo a Vasto, con l’Amministrazione delle banane, i bandi sono generici. Un Bando, tra l’altro, che nessuno ha chiesto. Infatti, ho già interrogato il Sindaco per chiedergli come mai ha deciso di fare il Bando per il Rossetti e non anche per la direzione della Scuola Civica Musicale e per la direzione del Centro Europeo di Studi Rossettiani.  La confusione, il pasticcio, il pasticciaccio è talmente intricato che lascia spazio, sempre per fare chiarezza e diradare ogni dubbio, all’ennesimo Esposto in Procura, dopo l’altro da me presentato mesi fa sulle fatture da 26 mila euro l’anno riscosse da Bellafronte per aver noleggiato attrezzature al Teatro da lui stesso diretto. È doverosa la massima vigilanza a fronte di un’Amministrazione inadeguata, pasticciona e inconcludente e di una Commissione a dir poco contestata. Toccherà ancora una volta alla magistratura, sperando non in tempi biblici, di dirci come debbono andare le cose. L’unica certezza è che, in mezzo ar pasticciaccio, le rappresentazioni teatrali potranno essere soltanto sognate dai cittadini vastesi. Il vero teatro lo fa l’Amministrazione Lapenna da otto anni, ma non fa più né piangere né ridere. Fa soltanto disastri. Alla fine pioveranno pomodori su tutta la compagnia lapenniana.

 

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