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Stop al fermo pesca: torna il prodotto fresco in tavola

Le imbarcazioni lasciano gli ormeggi al porto di Punta Penna e riprendono il mare

redazione
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Prodotto fresco pronto a tornare sulle nostre tavole: fine del fermo pesca, da oggi, in Abruzzo e possono dunque riprendere, regolarmente, le attività della marineria locale, con i pescherecci che lasciano gli ormeggi del porto di Punta Penna.

Il periodo di interruzione, in questa estate 2014, è andato avanti dallo scorso 11 agosto, per una quarantina di giorni, dunque, di pesce fresco (tranne quello della piccola pesca) ‘off limits’ proprio nel periodo clou della bella stagione. E anche quest’anno non sono mancati dubbi e perplessità per un orientamento ormai consolidato da parte del Ministero delle Politiche agricole e della Pesca. “Il fermo biologico - hanno ricordato i rappresentanti della marineria - fu applicato per la prima volta nel 1986 ed è poi divenuto legge. Secondo noi pescatori non ha portato risultati o vantaggi, né per il mare, né per gli operatori. I 40 giorni di stop andrebbero spalmati durante tutto l’anno e non concentrati solo tra agosto e settembre. Bloccare la pesca in realtà che vivono di turismo nel periodo centrale della bella stagione non ha senso, la situazione varia da realtà a realtà, nessuno meglio dei pescatori conosce il nostro mare e la nostra economia e, quindi, dovrebbero essere gli operatori a valutare e non a subire scelte imposte dall’alto”.

Per il ritorno in mare dei pescherecci, intanto, è Coldiretti a sottolineare gli aspetti positivi relativi alla ripresa. Via libera “a fritture e grigliate a ‘chilometri zero’, realizzate con il pescato locale, e meno rischi di ritrovarsi nel piatto prodotto straniero delle stesse specie del nazionale se non addirittura esotico e spacciato per nostrano”. Un’opportunità, importante e preziosa, utile soprattutto a rilanciare i consumi in un settore che anche quest’anno, secondo le analisi effettuate da Coldiretti Impresapesca su dati Ismea, hanno accusato un’ulteriore flessione. Un fenomeno che sta mettendo realmente a dura prova la flotta italiana di pescherecci che negli ultimi 30 anni ha già perso il 35 per cento delle imbarcazioni e 18.000 posti di lavoro in questo particolare ambito produttivo.

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