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Capodogli, prime reazioni politiche: 'Un monito per la difesa del nostro mare'

Parlano l'assessore regionale all'Ambiente Mazzocca, Smargiassi e Cianci

redazione
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Un’immagine eccezionale e al tempo stessa drammatica: che sia da monito per la difesa del nostro mare”. l’assessore regionale all’Ambiente, Mario Mazzocca, è accorso ieri mattina sulla spiaggia di Punta Penna una volta a conoscenza dell’episodio dello spiaggiamento dei 7 capodogli.

Fatto che gli dà spunto per ribadire l’importanza di preservare il mare d’Abruzzo da ulteriori ‘aggressioni’ e ‘mire’ di compagnie petrolifere.

LE REAZIONI - Diversi i rappresentanti politici presenti sul posto. Oltre al sindaco Luciano Lapenna e al suo vice e assessore comunale all’Ambiente Vincenzo Sputore, arrivano l’assessore ai Servizi Marco Marra, i consiglieri regionali Mario Olivieri (Abruzzo Civico) e Pietro Smargiassi (Abruzzo Civico), il coordinatore provinciale di Sinistra Ecologia e Libertà Alessandro Cianci e il segretario cittadino del Partito Democratico Antonio Del Casale. Nel pomeriggio ecco il presidente della Regione Luciano D’Alfonso e l’assessore alla Sanità Silvio Paolucci.

Da Smargiassi e Cianci i primi commenti e, in particolare, sono le attività di ricerche di idrocarburi in atto e i progetti in campo a finire nel ‘mirino’. 

Per Smargiassi, che richiama le parole della docente Maria Rita D’Orsogna, in prima fila per la campagna contro la petrolizzazione nel territorio, può incidere il cosiddetto ‘air gun’, ovvero quegli spari fortissimi e continui di aria compressa che mandano onde riflesse da cui estrarre dati sulla composizione del sottosuolo. “Noi non siamo scienziati e non possiamo arrogarci il diritto di dirlo con certezza – dice -, ma da semplici cittadini ci sembra legittimo avere il dubbio che esista un collegamento fra la petrolizzazione e uno spiaggiamento così anomalo di cetacei. La responsabilità di quanto avvenuto investe tutta la classe politica: è opportuno cogliere questa triste occasione per invitare tutte le parti a confrontarsi e collaborare per fermare l'avanzata delle trivelle nell'Adriatico, in modo da prevenire i danni all'ambiente e alla sua fauna”.

Cianci rileva: “Tra centinaia di chilometri di spiagge la tragedia si è consumata proprio a Punta Penna, eletta una delle spiagge più belle d’Italia. Un fatto certamente casuale, ma che appare fin troppo simbolico: sembra che questi cetacei ci abbiano voluto dire che la natura va protetta e si affidano a noi. Pur non essendo certe le cause, alcuni studiosi mettono in relazione questi fenomeni con il processo di trivellazione collegato ai pozzi petroliferi in mare. Questo è un ulteriore elemento che ci deve indurre a riflettere sulla dannosità di questi progetti scellerati, che per il profitto di pochi mettono a serio rischio la vita e la salute di un intero ecosistema di cui noi siamo solo una parte”.

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