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Magistrati pescaresi in 'soccorso' alla Procura di Vasto

Dopo il trasferimento di Francesco Prete il posto è rimasto vacante

redazione
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Dopo il trasferimento a Velletri di Francesco Prete è rimasto vacante il ruolo di capo della Procura della Repubblica di Vasto e, allora, ecco che arriva il ‘soccorso’ da parte dei magistrati di Pescara.

Sono tre i pm pescaresi che si alternano a Vasto in questo periodo. Si tratta di Giuseppe Bellelli, Gennaro Varone e Paolo Pompa.

Per il primo, in questi giorni, pure un compito delicato, quello di coordinare le indagini relative al ritrovamento del cadavere in avanzato stato di decomposizione rinvenuto sotto un viadotto dell’A14 in via Salce a Vasto e che si ipotizza possa essere di Eleonora Gizzi, l’educatrice 34enne scomparsa dalla fine del mese di marzo scorso. Bellelli, lunedì pomeriggio, era sul posto, assieme alle forze dell’ordine. E’ tra l’altro il magistrato che ha guidato l’accusa all’ex presidente di centrosinistra della Regione Ottaviano Del Turco poi condannato a 9 anni e 6 mesi per le vicende relative alla cosiddetta ’Sanitopoli’ abruzzese. Tra le sue ultime inchieste anche quella sui presunti falsi rimborsi, sempre alla Regione, stavolta con l’amministrazione di centrodestra guidata da Gianni Chiodi, e quella per le presunte tangenti nel settore della cultura che ha determinato l’arresto dell’ex assessore regionale Luigi De Fanis.

Gennaro Verone è invece il pm che si è occupato di alcune scottanti inchieste nella pubblica amministrazione, tra cui quelle al Comune di Pescara con coinvolgimento dell’ex sindaco ed attuale presidente della Regione Luciano D’Alfonso.

Paolo Pompa, infine, è un magistrato che si è occupato di vari casi di bancarotta e di una serie di altre inchieste relative in particolar modo a reati di carattere finanziario, adesso applicato anche ad un gruppo che segue soprattutto i numerosi episodi di violenze e maltrattamenti, che accadono specialmente tra le mura domestiche.

A Vasto la sede giudiziaria è sempre sotto la possibile ‘scure’ della cancellazione, con l’accorpamento – unitamente al Tribunale di Lanciano – a Chieti.

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