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L'importanza dei rapporti umani al 'Vasto Film Festival 2014'

Nei racconti di Elisa Amoruso, Carmine Amoroso, Chiara Caselli e Nicolas Vaporidis

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La seconda serata del Vasto Film Festival 2014 ha visto anche ieri una numerosa partecipazione da parte del pubblico.

Elisa Amoruso, regista di “Fuoristrada” è stata la prima a salire sul palco del Cortile di Palazzo d’Avalos per raccontare in sintesi la trama del suo film-doumentario: una storia d’amore omosessuale fra Pino/Beatrice, meccanico romano e Arianna, la badante rumena di sua madre Il primo/a a contatto con la realtà fortemente maschile delle auto e delle gare di rally, la seconda proveniente da una piccola realtà rumena non avvezza a particolari “variazioni sul tema” dell’amore, scoprono di essersi trovati “attraversando strade nuove e sconnesse”. Il docufilm è la testimonianza di quanto sia forte il potere dell’amore e di quanto i rapporti umani siano di fondamentale importanza anche dal punto di vista cinematografico.

“Per l’autore, cercare di mantenere l’equilibrio e la giusta distanza dai protagonisti rappresenta l’unico vero punto di forza per la riuscita del film”.

A seguire, sul palco sono giunti il regista lancianese Carmine Amoroso e l’attrice Chiara Caselli. Dopo aver parlato del film Cover boy, uscito nelle sale nel 2007 per narrare la storia di una rivoluzione (quella rumena del 1989) attraverso l’amicizia fra il rumeno Ioan e l’italiano Michele, la chiacchierata con Carmine Amoroso ha fatto tornare alla mente alcuni dei suoi film più importanti, in particolare Parenti Serpenti, il film di Mario Monicelli, padre artistico di Amoroso, girato a Sulmona.

Chiara Caselli, invece, nel descrivere il ruolo di fotografa milanese d’altamoda impersonato nel film Cover boy,  ne ha chiarito il significato: “A Laura piace Ioan e lo usa per ritrovare la sua ispirazione in campo lavorativo; lei non si rende conto di questo e lo fa in modo inconsapevole. Per entrambi tuttavia, il lavoro viene percepito per quello che di fatto è: la possibilità di esserci ed esistere attraverso la propria personale realizzazione.”

L’ultimo indiscusso protagonista della serata, Nicolas Vaporidis, è stato introdotto sul palco dalla lettura, da parte di Raffaella Zaccagna, di alcuni passi di “Io uccido” come omaggio a Giorgio Faletti, scomparso di recente.

“Un uomo capace di fare tutto, che dalle corse di rally come pilota e passato a Drive in, il festival di Sanremo, ha fatto l’attore ed è diventato scrittore vendendo più di quattro milioni di copie.”

Nel ricordare Faletti con affetto, oltre che evidente emozione, Vaporidis ha inoltre sottolineato l’importanza del rapporto stretto con lui soprattutto nel film che lo ha lanciato  nel 2006 “Notte prima degli esami”.

“La gente ha amato il contesto semplice e la sintonia stabilita con Giorgio Faletti in quel film che, soprattutto per questo motivo è letteralmente esploso.”
Ciò nonostante –
ha poi continuato Vaporidis – Per noi attori è di fondamentale importanza il sapersi trasformare  gioando con i ruoli e con le proprie possibilità. Essere ingaggiati per interpretare un'unica tipologia di personaggio, per uanto possa apparire “conveniente” è di fatto una condanna per l’attore. Ecco perché ho deciso di abbandonare la figura del teenager e sperimentare nuove esperienze. Cemento Armato ne è un esempio". Prima di chiudere il preserata, omaggiato dal vice sindaco Sputore del premio alla carriera, Nicolas Vaporidis ha poi aggiunto:

“La gioia più grande per un attore  è il riuscire a percepire la ricerca del contatto da parte del proprio pubblico  perché vuol dire che in qualche modo si sta dando “amore” a quelle persone 1uindi lo si sta ricevendo in cambio. Circondarsi di persone semplici ma sincere è la cosa più bella che si possa desiderare; per Giorgio era così. Spero continui ad esserlo anche per me”.

Fotoservizio di Massimo Molino

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