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Pallamano: il bilancio e le prospettive di capitan Ricciuti

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 Si è concluso il campionato di serie B di pallamano che, purtroppo, non ha visto protagonisti (come nella passata stagione) i ragazzi della squadra vastese che speravano in un esito migliore. Intervistiamo dunque il capitano Alessio Ricciuti che ci fa un bilancio di questa annata un po' amara e ci fa conoscere meglio la realtà della pallamano.

Quando hai cominciato a praticare questo sport, è perchè?
Ho iniziato a praticare la pallamano nel 1994 invogliato da mio zio, l'attuale allenatore, Michele Bevilacqua che mi ha fatto provare questo sport e me ne sono innamorato, anche se prima giocavo a calcio.

Perchè hai smesso di giocare a calcio? E' abbastanza anomalo sentire questo in Italia...sei andato controcorrente?
Semplicemente perchè mi è piaciuto di più, nonostante giocassi titolare nelle giovanili della Vastese.

Quale consiglio daresti ad un giovane che vuole intraprendere questo sport? E Come lo convinceresti?
Innanzitutto deve avere coraggio, perchè è uno sport “bastardo”, uno sport strano, molto poco conosciuto e soprattutto molto sottovalutato in Italia, quindi bisogna avere il coraggio di provare uno sport molto diverso dai classici sport che possono essere nuoto, calcio, pallacanestro, pallavolo, calcio a cinque,ecc...Dico a tutti quelli che mi chiedono di questo sport di venire a provare almeno un paio di volte a fare allenamento con la nostra squadra e poi decidere se continuare.

Hai detto che la pallamano è molto sottovalutata in Italia, perchè?
La colpa, a mio parere, è della federazione nazionale perchè non riesce a imporsi sulle società per far conoscere sempre di più questo sport, soprattutto perchè nella pallamano italiana il livello è dilettantistico/amatoriale e non professionistico come può essere in Spagna, Francia, Germania, Danimarca e in tutto il resto d'Europa. L'Italia con la Gran Bretagna e Malta sono le ultime tre nazionali del ranking europeo della pallamano e quindi se l'Italia è un grande Paese penso che si debba vedere anche dallo sport in generale. Le società come detto si impegnano a voler partecipare ai campionati e da quando c'è questo presidente che è al quarto mandato consecutivo le società di pallamano italiane sono passate da settecento/settecentocinquanta a trecento quindi è evidente che la colpa è a livello di federazione.

Come è stata la stagione che si è conclusa?
Molto deludente perchè abbiamo fatto solo una vittoria in una stagione che non ci ha visti protagonisti come la passata, falcidiata dagli infortuni, sia mio che dell'altro terzino Andrea Di Casoli che ci hanno tolto parecchi goal in attacco e appunto la difesa di Andrea molto forte. L'unico nostro giocatore che ha cercato di tenere le redini della squadra è stato Cesare Bevilacqua che ha fatto tutto quello che ha potuto dando tutto se stesso in ogni partita.

La vittoria più bella e la sconfitta più bruciante?
La vittoria più bella sicuramente quella nel derby col Guardiagrele in casa finita 24-22 che ci ha permesso di agguantare il quarto posto finale in classifica e soprattutto perchè anche da tifoso mi ha riempito di gioia. La sconfitta più bruciante invece a Città Sant'Angelo contro quest'ultima perchè abbiamo subito una sonora batosta da una squadra sicuramente più forte, ma a cui abbiamo concesso troppi spazi.

Quali limiti avete riscontrato come squadra e società?
Il limite della squadra è che non riesce mai ad allenarsi tutta insieme per vari motivi come scuola, lavoro, infortuni e quindi non si riescono mai a fare allenamenti propedeuci per preparare le partite di campionato, penalizzandoci perchè in questo sport serve allenarsi tutti i giorni con costanza per affinare gli schemi con i propri compagni. Per quanto riguarda la società mi sento solo di ringraziarla per tutto quello che fa ogni anno, dall'iscrizione al campionato al pagamento della struttura, anche se talvolta anche noi giocatori siamo costretti a pagarci il campo di tasca nostra. Senza contare l'impegno per trovare sponsor che ci permettono di allenarci e partecipare al campionato.

Per migliorare queste cose cosa pensi si potrebbe fare?
Ho detto sempre e continuo a ripetere che vorrei più attenzione da parte sia della città sia dell'amministrazione comunale perchè siamo una società storica, una tra le più antiche di Vasto, non ci sentiamo inferiori a nessuno e quindi vogliamo il giusto rispetto e attenzione come le altre società sportive locali.

C'è un giocatore a cui si chiede di più alla prossima stagione?
Si aspetta sempre il salto di qualità di Nicolas Ruffilli perchè comunque essendo figlio e nipote d'arte ha la pallamano nel sangue. In allenamento si impegna, in partita forse si lascia prendere troppo dalla tensione e non riesce a dare il 100%. Anche se giovane sono comunque diversi anni che gioca titolare e quindi ha la maturità necessaria per poter dare quel di più che ci aspettiamo tutti.

Gli obiettivi della prossima stagione quali sono?
Arrivare almeno a metà classifica e fare un campionato dignitoso, visto che l'anno prossimo il campionato sarà ancora più duro, perchè ci saranno dei ritorni come il Chieti, il Teramo e il Pescara. Diciamo che puntiamo al quinto/sesto posto.

A chi senti di passare il testimone in futuro?
Il testimone l'ho già passato quest'anno, visto che sono stato fuori tutta la stagione, a Cesare Bevilacqua e a Nicolas Ruffilli. Sono loro a tenere unita la squadra.

Come vedi il tuo futuro nella pallamano?
Il mio futuro è incerto a causa del grave infortunio,mentre spero che la pallamano possa prendere sempre più piede a Vasto ed essere seguita sempre da più persone.

 

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