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Inchiesta sui fondi alla cultura in Abruzzo, De Fanis adesso vuole parlare

L'ex assessore regionale ha chiesto di essere interrogato

a cura della redazione
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Ha chiesto di essere interrogato Luigi De Fanis, ex assessore abruzzese alla Cultura, coinvolto nell'inchiesta sulle presunte tangenti chieste dall'esponente politico della giunta Chiodi in cambio di contributi per la promozione di eventi culturali.

Sollecitato anche dalle dichiarazioni della sua ex segretaria, Lucia Zingariello, e dal clamore del presunto 'contratto d'amore' sottoscritto dai due, viene evidenziato in un articolo de Il Messaggero Abruzzo in edicola questa mattina, De Fanis ha chiesto al pm pescarese Bellelli di poter essere interrogato e chiarire la sua posizione, ed è stato convocato in Procura per lunedì mattina.

I suoi legali, gli avvocati Cirulli e Frattura, con un comunicato stampa avevano già anticipato, prima di Natale, l’intenzione del loro assistito di dire per la prima volta la sua sulla vicenda giudiziaria che ha fatto il giro d'Italia. Davanti al giudice che aveva firmato la misura cautelare a suo carico nella forma degli arresti domiciliari (dove si trova attualmente) l'ex assessore regionale alla Cultura aveva scelto la strada del silenzio, limitandosi a presentare le sue dimissioni al presidente Chiodi.

«C'era la necessità - aveva motivato l'avvocato Frattura - di superare il fisiologico momentaneo disorientamento conseguente l'inaspettata, imprevedibile ed inimmaginabile misura cautelare applicata».

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