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Tribunali da 'salvare' e servizi: 'patto' tra sindaci

Intesa tra i primi cittadini di Vasto, Lanciano, Sulmona e Avezzano

a cura della redazione
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Un 'patto' tra sindaci, quelli di Vasto, Lanciano, Sulmona e Avezzano, su questioni riguardanti la prevista chiusura dei rispettivi Tribunali e i servizi.

Argomento al centro dell'incontro, nella Sala del Gonfalone del Comune di Vasto, aperto alla partecipazione dei sindaci Luciano Lapenna e dei pari colleghi di Avezzano e Lanciano, Gianni Di Pancrazio e Mario Pupillo con Giuseppe Ranalli di Sulmona rimasto bloccato nella sua città a causa della neve.

Due i temi principali dell'incontro che ha riguardato, in particolare, le difficoltà palesate dagli enti locali rispetto alle trasformazioni politiche in atto; nello specifico, è stato trattato il problema della chiusura dei tribunali di Avezzano, Lanciano, Sulmona e Vasto, e quello della nuova disciplina normativa che obbliga i comuni al di sotto dei 5 mila abitanti ad associare servizi e funzioni. 

Per quanto riguarda il primo punto, la Corte di Cassazione ha dichiarato la legittimità formale della proposta referendaria avanzata in materia di "Geografia giudiziaria" che vuole abrogare la riforma che prevede la soppressione dei quattro tribunali abbruzzesi, ma naturalmente questo non basta. Per scongiurare la chiusura delle sedi giudiziarie interessate, infatti, è stata rimarcata la necessità del raggiungimento del quorum e che lo stesso referendum venga poi vinto. In quest'ottica, i sindaci coinvolti nell'iniziativa si sono impegnati a proporre ai rispettivi Consigli comunali un documento di adesione al Comitato pro referendum, in modo da sensibilizzare alla massima partecipazione popolare. Un'azione che, a giudizio dei sindaci, mira a salvaguardare gli interessi dei cittadini: "I maggiori disagi saranno per loro, che vedranno crescere le parcelle degli avvocati, in funzione dei maggiori costi che gli stessi dovranno affrontare per spostarsi fino a Chieti", è stato detto a riguardo della soppressione dei Tribunali di Vasto e Lanciano.

Per quanto riguarda invece il secondo punto, il sindaco Lapenna ha ricordato come quella che prima era una scelta facoltativa dei comuni con una popolazione inferiore ai 5 mila abitanti di accorpare funzioni e servizi (scelta che è stata fatta solo dal 15% dei comuni interessati), dal 31 dicembre sarà obbligatoria. "In questo contesto - ha sottolineato Lapenna - e in previsione della soppressione delle province, i centri maggiori come il nostro dovranno riscoprire il ruolo di comuni capofila in questo percorso, non solo nel dare servizi agli altri comuni, ma in un rapporto di scambio reciproco".

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