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XLVI Premio Vasto d’Arte Contemporanea: l'incontro con gli alunni del Liceo Artistico "Pantini-Pudente"

Silvia Pegoraro descrive il tema centrale della mostra parlando di "Astrazione" e "Libertà espressiva dell'arte contemporanea"

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Ieri mattina all’auditorium del Liceo Artistico dell’Istituto di Istruzione Superiore “Pantini-Pudente” di Vasto, si è tenuta una conferenza sul tema dell’Arte contemporanea alla presenza dall’avvocato Roberto Bontempo, segretario generale e organizzatore del Premio Vasto dal 1959,  Silvia Pegoraro esperta d’arte, scrittrice e curatrice di eventi e mostre, compresa l’edizione del Premio di quest’anno, del dirigente scolastico Letizia Daniele e della dottoressa Daniela Madonna, curatrice della sezione artisti emergenti dell'anno 2013.

Nell’introdurre la conferenza l’avvocato Bontempo, cui si deve l'esistenza del Premio Vasto, ha sottolineato come l’intenzione profonda dell’evento, giunto alla sua XLVI edizione, non è solo quella di sviluppare una tradizione culturale radicata all’interno della città ma anche e soprattutto quella di creare un’occasione preziosa per diffondere l’arte come disciplina e studio in continuo divenire all’interno del tessuto sociale.

In un momento storico come quello attuale, lavorare sulla cultura, per la cultura e nella cultura risulta sempre più difficile. Il nostro Paese, infatti, pur detenendo una buona parte del patrimonio artistico culturale mondiale, vive uno scollamento forte fra politica, istituzioni e cultura, che di fatto impedisce, ai più, di vedere il prezioso tesoro su cui siamo “seduti” e che, se valorizzato, potrebbe rappresentare un settore d’eccellenza e di primo ordine anche dal punto di vista dell’occupazione e della ricerca.

Così Silvia Pegoraro, ha aperto il suo discorso sull’arte e, in particolare, sull’arte contemporanea intesa e vista anche con una chiave di lettura filosofica. Il tema centrale della mostra, in esposizione nelle Scuderie di Palazzo Aragona fino al 27 ottobre, è infatti l’astrazione, vista in senso filosofico come necessaria tendenza del soggetto Uomo al proprio "distacco"  nei confronti dell’oggetto Natura. Così intesa, l’astrazione diventa procedimento chiave e strumento principe, in arte, attraverso cui mettere in atto la “fuga” dal canone del classicismo e il progressivo abbandono del processo di mimesis, ovvero di rappresentazione della realtà naturale, così come essa ci si presenta,  all’interno dell’opera d’arte.

Con l’astrattismo, quindo con l’arte contemporanea che ne ha sviluppato ne continua a sviluppare le tematiche fondamentali, talvolta sforando nel surrealismo, vengono meno le barriere di un rapporto soggetto-oggetto, uomo-natura, non più oggettivo, razionale e rispondente ad una precisa corrente storica e ad un contesto sociale di fatto “canonizzati” nel corso del tempo. Il rapporto dell'uomo con la realtà diventa libero e interpretato senza vincoli e senza limitazioni di sorta, affidandosi ora all'emotività che scaturisce dal ritmo e dal colore, ora al razionalismo matematico, e sui generis, delle costruzioni geometriche. é così dunque che, superando le barriere accademiche e lo schema di regole che la volevano separata e distinta dalla vita reale, l’arte astratta fa il suo ingresso nella storia con Vasilij Kandinskij, Piet Mondrian e Paul Klee, per citare i più importanti, non a caso all’alba del ‘900.   Il XX secolo, infatti, si distingue tra le altre cose anche per l'esplosione di una libertà espressiva, insita nell’astrattismo, che si spiega e si traduce in una profonda e rinnovata libertà dell’individuo che, attraverso l’arte, cerca di proiettarsi e al tempo stesso di mostrare agli altri, il mondo interiore di cui è protagonista.

Tutto questo e molto altro dunque, all’interno del percorso dell’esposizione del XLVI PREMIO VASTO D’ARTE CONTEMPORANEA che attraverso il meccanismo interpretativo dell’astrazione, focalizza l’attenzione dell’osservatore su alcuni artisti fondamentali, dagli anni ’50 ad oggi e ci guida all'ìnterno di una contemporaneità, spesso incompresa, perché figlia di una rielaborazione interiore particolarmente emotiva che cerca di emergere attraverso il mezzo fisico, quindi visibile, dell’opera d’arte.

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