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La cucina degli amori impossibili: così Roberto Perrone ci racconta le nostre passioni

Il giornalista sportivo del Corriere della Sera a Vasto, ospite di Scrittori in piazza

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Ieri sera in piazza Barbacani il penultimo appuntamento con Scrittori in piazza, l’iniziativa promossa dalla Nuova Libreria, con la collaborazione dell’Amministrazione comunale del Palace Hotel e del ristorante L’Angolo di Giada. Ospite della serata Roberto Perrone, giornalista sportivo per il Corriere della Sera e autore di diversi libri tra i quali ricordiamo in particolare Averti trovato ora (Mondadori 2008), Zamora (Garzanti 2003), Banana football club (Fabbri 2005), Occhi negli occhi (Mondadori 2011) fino al recente romanzo, presentato appunto ieri sera, La cucina degli amori impossibili ( Mondadori 2013).

La storia narrata nasce da un’idea che l’autore ha definito Shakespeariana perché si gioca sullo sfondo della rivalità di due famiglie che si contendono il successo a suon di armi da cucina, in un piccolo borgo della riviera ligure. Il protagonista è Augusto Cavasso, figlio del pluristellato chef Cesare Cavasso, che, nel corso di un’intervista successiva ad una delle sue ultime partite di Basket negli NBA, riceve la notizia che suo padre è morto. La descrizione del realismo con cui Augusto reagisce alla notizia della morte del padre è sintomo di un punto di vista sulla realtà molto interessante. Attesta, di fatto, un atteggiamento di coerenza da parte di un figlio che era andato via di casa a 18 anni ribellandosi all’autoritarismo del padre, per inseguire i suoi sogni e che, pertanto, non vuole concedere nulla a Cesare Cavasso, nemmeno di fronte alla morte.  Augusto, nonostante ciò, decide di rientrare in Italia su richiesta della sorella, almeno per il funerale.

Durante il viaggio che da Boston lo riporterà in Italia, la casualità vuole che abbia inizio un flirt ad alta quota fra lui e Rossella Maggiorasca, figlia della famiglia rivale dei Cavasso, chiamata a rientrare in Italia dal padre che, dopo la morte di Cavasso, si sente pronto a vincere la sua “guerra dei fornelli”. Giunti in aeroporto, ignaro di tutto, Augusto presenta Rossella a sua sorella quasi come se fosse la sua fidanzata, senza tuttavia trovare il riscontro sperato. In quel momento si rende conto che la passione e l’attrazione che subito li aveva avvicinati, non è altro che il primo assaggio di una cena che ha il sapore di una sfida.


Tra le tematiche più interessanti trattate nel libro c’è in primo luogo l’ambientazione ligure della trama e il suo conseguente riscontro con un sentimento, quello della nostalgia, che l'autore ha definito così:

“La nostalgia è il rendersi conto di aver avuto, trovato, partecipato a qualcosa di speciale che appartiene al passato; non si può non provarla, non si può non ricordare”.

Poi c’è l’amore per lo sport che trapela attraverso la dimensione del basket americano, piuttosto che attraverso quella del calcio italiano, perché, continua sempre Perrone

“Così ho evitato di pagare dazio ad una cultura sportiva assente quale è quella italiana […] Quando scrivo, in ambito di giornalismo sportivo, cerco di raccontare la realtà dell’avvenimento sportivo, quando invece scrivo i miei libri vado a caccia del personaggio e lì la realtà dell’avvenimento sportivo deve necessariamente essere sorpassata. Ecco perché ho scelto il bascket e non il calcio italiano. In Italia difficilmente si riesce ad andare oltre la realtà; quando, soprattutto nel calcio, mancano i grandi risultati, a prevalere è sempre il disprezzo per chi non ce l’ha fatta, è sempre una caccia all’uomo su cui scaricare le responsabilità degli errori. La nostra cultura sportiva è davvero al limite”.


Un romanzo leggero che, tra le altre cose, riflette anche sul rapporto padre figlio che cambia nel corso del tempo e che si definisce e si e nasconde fra mille sfumature. Una trama che, con sapiente equilibrio, intreccia i fili di una storia d’amore classicamente unconventional, facendovi entrare il mondo della cucina in punta di piedi. Le ricette saltano fuori dalle pagine come se provenissero da un passato lontano ed è proprio la loro tenue improvvisazione ad amalgamarle con il resto. Una scoperta continua attraverso tutto questo, di quanto la vita possa continuamente e quotidianamente sorprenderci.

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