Partecipa a Histonium.net

Sei già registrato? Accedi

Password dimenticata? Recuperala

Stop al taglio delle Province, Di Giuseppantonio esprime soddisfazione

Giudizio positivo anche da Camillo D'Amico del Pd

a cura della redazione
Condividi su:

Boccato dalla Corte costituzionale il taglio delle Province previsto dal decreto Salva-Italia. Quest'ulimo è stato infatti giudicato uno strumento normativo non utilizzabile per una riforma organica. Soddisfazione in merito a quanto deciso è stata subito espressa dal presidente Enrico Di Giuseppantonio che ha commentato: “Era impensabile modificare l’assetto istituzionale con un decreto-legge, così come ha evidenziato la stessa Consulta. Il decreto è un atto destinato a fronteggiare casi straordinari di necessità e urgenza, le riforme si fanno in Parlamento ripartendo dall’esame del Codice delle Autonomie locali, che punti a ridisegnare la struttura degli enti territoriali, ne consideri funzioni e competenze, con l’obiettivo di semplificarne l’assetto, puntando esclusivamente all’efficienza del sistema e alla rappresentatività sul territorio”.
Sottolineando che la questione è stata quindi "ricondotta nelle maglie della Costituzione", Di Giuseppantonio si è detto quindi disposto a discutere con serenità di eventuali riforme nelle sedi preposte.

Apprezzamento per la decisione della Consulta lo ha espresso anche Camillo D’Amico, capogruppo del Pd in Provincia: “La Corte costituzionale fa giustizia sulle riforme fatte per decreto e voti di fiducia”. “Le riforme istituzionali, dei livelli previsti in Costituzione, debbono essere fatte in Parlamento con le procedure previste, vanno realizzate in maniera complessiva e non a pezzi”, scrive in una nota. D’amico sottolinea la necessità di procedere in maniera complessiva con l’obiettivo di ridare snellezza, vivacità ed efficienza alla pubblica amministrazione, in modo da ridurre i costi ma velocizzare le procedure.

Per quanto riguarda le Province precisa: “Bene sarebbe far votare i cittadini laddove sono commissariate e farlo fare alla scadenza naturale di quelle in cui la legislatura è in corso.  Il numero dei componenti di Consiglio e Giunta va commisurato alla vigente legge elettorale degli enti Locali già applicata per i comuni. Per le funzione – aggiunge - è nel ddl della ‘carta per le autonomie’ che vanno trovate le giuste soluzioni”.

Condividi su:

Seguici su Facebook