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Ex Golden Lady, vertice al Ministero. In una lettera il dramma di una 'riconversione fin qui fallita'

La verifica degli accordi di un anno fa lunedì mattina a Roma

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Mentre in tutta Italia fa notizia l’assunzione di 1.200 dipendenti (fino a oggi formalmente imprenditori della catena) impegnati nei punti vendita del gruppo, a Gissi la situazione non è mutata.

L’unica novità è la convocazione da parte del Ministero dello Sviluppo economico a Roma per lunedì 17 giugno degli attori della riconversione per una verifica della stessa. L’incontro è alle 12.

Il Ministero, come scritto negli accordi di un anno fa, è chiamato alla verifica periodica della riconversione. Sicuramente troverà una situazione molto diversa da quando il processo che portò all’insediamento di New Trade e Silda Invest fu additato come un modello in ItaliaGiuseppe Rucci (segretario provinciale della Ficltem-Cgil) auspica «la presenza di tutte le istituzioni locali in difesa dell’occupazione in Val Sinello».

LA DISPERAZIONE IN UNA LETTERA - Intanto, una delle ex-dipendenti (una riconvertita) della Golden Lady, attualmente impiegata in una delle aziende subentrate, ha inviato alla redazione di .net una lettera sullo stato d'animo di chi vive non solo un doppio licenziamento, ma anche quello di chi sta lavorando con pochissime tutele e retribuzione inadeguata. Emerge, inoltre, la nascita di divisioni e tensioni tra gli stessi lavoratori. Sarebbe una delle maggiori sconfitte, quando l'unità tra persone che condividono lo stesso destino è fondamentale in una vertenza così lunga e dolorosa.

«... Un socialista senza partito un cristiano senza Chiesa...»
Ho voluto iniziare con questa frase la mia riflessione per la passione e la stima per un conterraneo, Ignazio Silone, da cui tanto ho imparato dai banchi di scuola; un uomo le cui vicissitudini personali e intellettuali hanno tanto da raccontarci, da insegnarci... e anche perché ora che di tempo ne è passato da quei banchi di scuola, comprendo a pieno cosa significhi essere soli. 

Al dire il vero non è la solitudine che mi spaventa, né l’incertezza del futuro, perchèin esso si racchiude un concetto di privazione ma anche di nostalgia per qualcosa che prima avevi ed ora non hai più…

Ecco racchiuderei con il 'senza' la confusa e interminabile vicenda della riconversione della Golden Lady.
Il mio è un punto di vista diverso, chi parla non è politico, il sindacalista di turno, chi scrive è una persona che vive in prima persona, sulla sua pelle le difficoltà che questa vicenda ha provocato.

Questa è la percezione, lo sguardo di chi è senza, di chi è senza futuro, di chi lotta ogni giorno per non lasciar spegnere quello in cui ha creduto fino a ieri, di chi è senza entusiasmo, al risveglio, la mattina, perché non ha più un lavoro o se c’è l’ha non è equamente retribuito e non è sufficientemente tutelato.
Questo è il grido di chi è senza potere, perché le decisioni vengono prese dai Grandi, dai mercati, dalle logiche del profitto, dagli interessi di quei pochi a discapito di molti, forse troppi...

Ma questo è anche l’eco delle parole di chi non si rassegna a vedere calpestati i diritti conquistati nella società e nei luoghi di lavoro, di chi non sopporta che tutto ciò si tolleri in nome dell’alibi della crisi economica e della mancanza di occupazione.

Di chi non accetta il silenzio in tutte le istituzioni.

Noi ex dipendenti della Golden Lady viviamo il dramma nel dramma. Il dramma di chi ha perso per due volte il lavoro come nel caso della New Trade, e di chi tutti i giorni va a lavoro cosciente che di ciò non si tratta. Ma noi siamo ancora qui, ancorati alla speranza che le cose possano cambiare, ma al contempo assaporiamo l’amarezza, la delusione del vivere un rapporto di lavoro con imprenditori che si definiscono tali, ma che nei fatti non lo sono. Il mio non è un giudizio, ma è una amara constatazione!
A questo punto farei un applauso agli attori di questa riconversione, li ringrazierei per la tensione, la disperazione, le divisioni che hanno contribuito a far sorgere. Interrogatevi, abbiate almeno il coraggio di ammettere le vostre responsabilità, perché qui nell’abisso non ci siamo finiti da soli!

Non fate del dramma altrui un misero strumento propagandistico. Si faccia chiarezza perché non possiamo tollerare che in uno stato che si definisce democratico, si possano com piere simili ingiustizie. Faccio appello alle coscienze ricordando che esso dovrebbe rappresentare il sacrario di ogni uomo.

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