Partecipa a Histonium.net

Sei già registrato? Accedi

Password dimenticata? Recuperala

Continua la marcia di Antonio Borromeo, domani ospite a Mattino cinque

Un lungo viaggio a piedi per difendere la bi-genitorialità

Condividi su:

Lo raggiungiamo al telefono mentre si concede una pausa accompagnata da un meritato piatto di pasta all’arrabbiata e un bicchiere di vino: Antonio Borromeo, il papà vastese in marcia per sostenere il diritto alla bi-genitorialità, dopo dodici giorni di cammino è ormai nei pressi di Lodi. Questa sera arriverà a Milano. Ad attenderlo, oltre ai sostenitori che ormai trova a ogni tappa, ci sarà anche una troupe di Mediaset per un’intervista. Servirà per domani, quando sarà ospite del programma Mattino cinque.

“Non sapevo delle riprese di oggi, l’ho appena scoperto: sarà un’intervista in esterno, credo che poi la manderanno in onda domani”, spiega Antonio. A Mattino cinque ci saranno con me Antonella Flati e Antino Sansone, di Pronto soccorso famiglia, entrambi impegnati in importanti battaglie civili legate ai minori e all’importanza della famiglia (ndr. dovrebbero essere in onda intorno alle 10.15-10.30). Mentre per domani sera è prevista un’iniziativa in piazza San Babila, ci saranno anche le magliette con scritto Papà Gump, in riferimento al celebre film Forrest Gump

La sua marcia è iniziata il 25 aprile dal centro di Vasto, un lungo cammino che lo porterà fino a Strasburgo, alla sede della Corte europea dei diritti dell’uomo, per difendere la bi-genitorialità, il diritto dei figli di crescere sia con la mamma che con il papà, anche quando sono separati. Nel suo viaggio farà tappa anche a Roma al ministero di Grazia e Giustizia.

Per questa sera avrà percorso quasi 800 chilometri, ci spiega precisando: “Il numero esatto non lo so, preferisco non tenere il conto altrimenti mi deprimo. Io so che devo camminare e cammino”. Ai piedi sono comparse le prime vesciche: “Mi stanno rifornendo di cerotti”, racconta riferendosi ai tanti sostenitori. Ha già cambiato il primo paio di scarpe: “Ero a Imola, il tallone sinistro iniziava a farmi male, si erano rovinate le scarpe. Poi fare il cambio a Imola, dove c’è il circuito di Formula uno e dove si fanno i pit-stop per sostituire le gomme, mi è sembrato perfetto, quasi simbolico. Le ho lasciate in consegna a Lorenzo e Gigliola Costa che, insieme al loro bambino, mi hanno accolto in casa, mi hanno lavato tutta la roba e mi trattano come un figlio. Voglio ringraziarli. Le scarpe me le rispediranno, questo primo paio lo voglio tener da parte”.

La marcia procede bene, Antonio è più che soddisfatto, si sente anche dal tono della voce con cui parla di questi primi dieci giorni: “Sta andando al contrario di ciò che mi aspettavo: pensavo che sarei stato solo e invece ho trovato tante persone a sostenermi, molti papà che sono venuti anche da città dove non passavo per dimostrami il loro appoggio e parlarmi dei loro problemi. Ho incontrato tanta gente che ha portato avanti importanti battaglie civili; con loro e con chi mi sta sostenendo stiamo pensando di organizzare un convegno quando tornerò, vogliamo rivolgerci non alle autorità italiane, come si ipotizzava all’inizio, ma a quelle europee”. Prosegue poi: “Mi arrivano tante telefonate, in ogni città ci sono giornalisti anche di media nazionali che mi aspettano, l’accoglienza è sempre calorosa”. Ovunque tranne a Fano: “Quando son arrivato ho scoperto che sia il banchetto che l’ospitalità erano saltati – spiega senza entrare nel dettaglio –. Lì ho avuto un cedimento psicologico, ma è durato poco, mi son ripreso subito e nonostante avessi già percorso 50 chilometri ho ricominciato a camminare, non volevo star lì, e ne ho fatti altri dieci, poi mi son fermato a dormire in un campeggio”.

Certo la marcia non è semplice, specie in certi giorni: “Tra Rimini e Imola avevo sbagliato a contare i chilometri, ne erano 70 e non 50 ,ed è stata molto dura, lì son cominciate le vesciche”. Poi c’è il maltempo: “A Modena ho beccato la tromba d’aria, poi la grandine in testa. È stato molto difficile camminare. Ieri a Fidenza mi son dovuto fermare per la gran pioggia. Ho girato anche un video”.

Gli lasciamo godere la sua pausa pranzo: “Un piatto di pasta e un bicchiere di vino sono i miei integratori, non ne uso altri”, commenta sorridendo. Poi dovrà ripartire, per Milano c’è ancora parecchia strada.

Per seguire le sue vicende c'è la pagina Facebook Io Che Colpa Ho. 

Condividi su:

Seguici su Facebook