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L’essere umano e la sua ricerca d’equilibrio nell’incontro con Chiara Gamberale

Ieri secondo appuntamento con i Giovedì Rossettiani

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Nei libri di Chiara Gamberale, la seconda protagonista dei Giovedì Rossettiani, c’è la voglia di conoscere a fondo le persone, le loro storie, le loro identità, raccontarne la ricerca dell’equilibrio e approfondire le relazioni umane.
Ieri a Palazzo d’Avalos, accompagnata da Federica D’Amato, la scrittrice e conduttrice radiofonica e televisiva si è raccontata partendo dal suo ultimo recentissimo libro, ‘Quattro etti d’amore, grazie’,  andando a ritroso fino al primo, ‘Una vita sottile’, pubblicato a 18 anni.
Un viaggio dove i racconti si incrociavano e intrecciavano, perdendo la linearità data dal tempo di pubblicazione, in un confronto che restituiva il legame tra l’autrice e i sui testi, come pure il suo percorso professionale e di vita.
La mia è una continua ricerca della strada verso casa, ma le cose a cui sono sempre rimasta fedele sono la scrittura e mio padre – ha detto –. Fin da bambina ascoltare storie era l’unica cosa che mi faceva stare tranquilla. A sette anni ho cominciato a scriverle”. Quel primo racconto è stato poi inserito da suo marito, Emanuele Trevi, ne: ‘Il libro della gioia perpetua’.
Scrivere è il mio modo di stare al mondo, forse per questo sono molto prolifica. In ‘Quattro etti d’amore, grazie’ Tea, un’attrice, dice che per lei recitare è l’unico rimedio all’esistenza, per me la scrittura è questo”, e ha aggiunto che quando scrive “va in estasi” e non si preoccupa delle aspettative del pubblico: “Se lo facessi sarei finita. Non so quando il lettore si commuoverà, né decido di farlo piangere in un certo momento. Ciò che scrivo è una mia necessità. Poi spesso la frase che mi piace di più è quella che più colpisce il pubblico”.

Libri come rifugio ma anche guide, perché “ti portano altrove ma allo stesso tempo, senza parlare di te, ti danno consigli”, risposte diverse per ognuno perché legate alle domande che abbiamo dentro. Forse anche per questo Gamberale predilige opere che non trattino d’attualità o politica: “Mi ritengo una persona impegnata e informata, ma nei libri parlo d’altro. La letteratura deve riprendersi il suo posto, dobbiamo tornare a scrivere più romanzi e meno fatti tristi del quotidiano”, e poi basta con attacchi politici travestiti da opere letterarie.

Ripercorrendo le sue pubblicazioni è naturale riservare un’attenzione particolare al tema dell’amore, affrontato sotto diversi aspetti e attraverso differenti tipi di legame. “L’amore ci mette a contatto con il mistero nel mondo e nell’altro, ma anche in noi stessi. Prima accettiamo l’esistenza di questa parte di mistero prima impariamo a conoscere noi e chi ci sta vicino”. E ancora: “Nella relazione di coppia, in ‘Zona cieca’, l’uno diventa la zona oscura dell’altro, svelandogli aspetti che non sapeva di possedere”.
Centrali, e spesso collegate all’amore, anche le riflessioni sulla ricerca dell’equilibrio, sui momenti in cui alle tante possibilità si sovrappongono le scelte, sulla paura o il coraggio di guardare in faccia la propria esistenza, come accade alle protagoniste dell’ultimo romanzo. E ancora sull’immaturità, sui protagonisti dei suoi libri che spesso hanno paura di crescere o sono troppo innamorati dell’immaturità.  Tra le questioni toccate anche il ruolo delle figure femminili: “Non mi piace la letteratura che vede in una relazione con un uomo che incappa nel narcisismo una donna debole. Non odio le donne dei miei testi, sono personaggi che amo ma voglio fare una lastra a ciò che succede, studiare il percorso che fanno. Voglio capire come mai le persone possono essere il peggior nemico di se stesse”.

Un incontro dunque dove la letteratura è stata il mezzo per parlare di relazioni umane e percorsi di crescita, raccontati a partire da personaggi come Tea ed Erica di ‘Quattro etti d’amore, grazie’: due donne che si incontrano al supermercato e a partire dai carrelli della spesa  fantasticano sulla vita perfetta dell’altra.

Il prossimo incontro con i Giovedì Rossettiani sarà il 18 aprile con Angela Bubba.

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