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'San Pio da Pietrelcina' di Vasto, una verifica per l'ospedale tra luci ed ombre

Lettera aperta di un paziente ricoverato nel reparto di Gastroenterologia

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Un ospedale che funziona, grazie alla professionalità elevata del personale medico e paramedico, che però presenta alcune carenze, fonte di disagio per i pazienti.

E’ quanto emerge dalla lettera aperta di Antonio Cieri di Celenza sul Trigno, che è stato ricoverato, nei giorni scorsi, presso il reparto di Gastroenterologia dell’ospedale 'San Pio da Pietrelcina' di Vasto. Il paziente ha inviato una lettera aperta al governatore dell’Abruzzo, ai vertici della Asl e per conoscenza ai dirigenti della struttura sanitaria vastese, sottolineando la buona sanità registrata e fornendo alcuni suggerimenti migliorativi.

«Mi ritrovo ricoverato, dal 22 al 26 marzo al 'San Pio', con 'il cartellino giallo' per il tramite del pronto soccorso. Mirati ed efficaci gli esami diagnostici e le cure nel reparto UOC di Gastroenterologia del primario Antonio Spadaccini dopo essere passato per il reparto UOS di Endoscopia di Michele Silla. Mi sono sentito tranquillo,  al sicuro perché costantemente seguito. La professionalità del reparto non ha nulla da invidiare alle altre strutture ospedaliere abruzzesi e del vicino Molise che, per esperienza diretta, ho avuto modo di apprezzare. Rimarco la buona sanità. Insieme con i compagni di camera esprimo la soddisfazione per le prestazioni sanitarie ricevute nel Pronto Soccorso, in Endoscopia e in Gastroenterologia, da parte di tutta l’equipe medica diretta dal dr. Silla e dal dr. Spadaccini, compreso il bon ton  del personale infermieristico e delle pulizie. Era un piacere ascoltare, durante le visite mediche, le spiegazioni a noi malati e le lezioni agli allievi del corsi infermieristici sulle problematiche delle nostre malattie e cure, con semplicità di linguaggio e pazienza.

Dal punto di vista strutturale, invece - aggiunge -, con l’esperienza di ex tecnico comunale, condivisibile dagli ex compagni di ricovero, mi permetto di segnalare che il reparto poteva essere e potrebbe essere più funzionale con modica spesa. Era sufficiente che la progettazione prevedesse nel reparto e nelle stanze, data la superficie più che sufficiente e la presenza dell’impiantistica idraulica, alcuni elementi che ritengo indispensabili: un piatto doccia, un water idoneo per l’osservazione dei 'bisogni', un water con elementi di appoggio per i portatori di handicap. Il reparto gode sì di un bagno centrale, con piatto doccia rialzato ed un antibagno utilizzato come ripostiglio sanitario, ma un malato non può uscire dalla propria camera 'armato' di asciugamano, ricambi intimi, vestaglia. Si sente la mancanza di uno spazio di incontro e di intrattenimento con tv per pazienti e famigliari. Abbiamo vissuto quei giorni 'fuori dal mondo' salvandoci con la lettura dei giornali. In questo senso le giornate, specialmente la sera, erano deprimenti e le notti interminabili per chi soffre di insonnia. Quegli spazi sono presenti ormai in presidi ospedalieri non lontani da Vasto.

Una giovane infermiera ha raccontato - chiude la sua lettera Cieri - di aver fatto presente con una sua collega, durante l’esecuzione dei lavori, alla ditta appaltatrice di allargare gli ingressi delle porte delle camere per consentire il passaggio dei lettini, ovviamente dopo aver verificato. Questi inconvenienti sono facilmente risolvibili con spese in economie in modo che la buona sanità del 'San Pio' di Vasto, che meriterebbe più attenzione da parte delle competenti autorità, rifulga di più".

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