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RIORDINO RETE OSPEDALIERA, LE RIFLESSIONI DI UN GIOVANE OPERATORE SANITARIO

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Da Daniele Leone, giovane operatore sanitario vastese, riceviamo e pubblichiamo questo intervento sul riordino della rete ospedaliera regionale recentemente licenziato dalla Giunta regionale guidata dal presidente Del Turco. ''Le polemiche che in questi giorni interessano la sanità regionale dimostrano come le scelte fatte in materia abbiano il solo obiettivo di contenere le spese e ridurre gli investimenti. Questo sembra essere il motore primo di tutte le scelte politiche che considera la sanità un costo e non un investimento che soddisfi i bisogni della collettività. La sanità nella nostra regione deve assicurare a tutti i cittadini qualità delle cure, strutture accoglienti, confortevoli ed umanizzate, con bravi professionisti, la personalizzazione dei programmi diagnostici e terapeutici e percorsi assistenziali idonei a garantire il maggior livello di benessere psico-fisico. Il nostro sistema dovrebbe impegnare al meglio le risorse delle quali dispone, rimuovendo gli sprechi, ed eliminando anche le logiche contabili troppo rigide ed economicistiche, premiando le professionalità e le strutture che operano in ''alleanza con il malato''. Sono un infermiere e vorrei dare un contributo al dibattito con una riflessione, frutto del contributo dei tanti pazienti che ho conosciuto negli anni presso le strutture dove la mia professione. La malattia provoca sofferenza fisica e psichica mostrando la fragilità dell'essere umano. Inevitabilmente, essa suscita in chi ne è colpito una serie di interrogativi: perché a me?!, perché adesso?!, cosa sarà di me e dei miei cari. La malattia è un evento che riguarda non solo il nostro corpo ma coinvolge tutto il mondo che ci circonda, trascinandoci con forza in una realtà che pensavamo non appartenesse a noi. Di fronte a tutto ciò, il malato nelle nostre strutture sanitarie chiede di trovare professionalità, umanità, accoglienza e amore, perché la malattia porta a vedere tutto con occhi diversi, ci fa vivere momenti di scoraggiamento, d'angoscia, e paura ci fa toccare con mano quanto è fragile la vita di ognuno. Per una sanità regionale che vuole cambiare, non è auspicabile una politica di tagli e riduzione di investimenti, al contrario bisogna investire per far riscoprire il senso più vero del ruolo che essa ha nella società. I politici, gli amministratori e tutti i professionisti devono mettersi in discussione e chiedersi se hanno sempre fatto il proprio dovere riuscendo a soddisfare i bisogni dei malati. I cittadini potranno anche giustificare l'aumento delle tasse e l'introduzione del ticket, ma non giustificheranno le disorganizzazioni di cui sono spesso vittime, liste d'attesa lunghe, strutture non confortevoli, apparecchiature che molte volte non funzionano, costringendo i malati ad affrontare enormi sacrifici ecc. La politica si deve occupare di questi problemi ed investire nella realizzazione di nuovi progetti sul territorio tenendo ferma la barra del timone sull'obbiettivo finale che è quello di liberare gli ospedali dai ricoveri impropri, ma soprattutto garantire pari opportunità nell'accesso ai servizi ciò ridurrebbe drasticamente il numero di coloro che si rivolgono fuori regione per ricevere cura e assistenza. Alcuni di questi progetti dovrebbero comprendere nuovi modelli di assistenza domiciliare, l'apertura di nuove Residenze Sanitarie e di Hospice, e un nuovo modello di rete ospedaliera con obiettivi e finalità che diano certezza e speranza ai malati e a tutti gli operatori della sanità''.
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