“E’ ora di finirla: la tutela dell’ambiente e del territorio è una condizione imprescindibile che non consente mediazioni”.
Va giù duro il circolo vastese di Sel che sulla questione ambientale non ha mai mollato la presa.
Un duro attacco quello sferrato dagli attivisti del partito di Vendola dopo il “nuovo allarme circa il rinnovarsi di emissioni irritanti nella zona di Punta Penna, segnalato dalle maestranze del Coniv”. Sel non risparmia critiche: “L’Arta si è limitata a posizionare un’inutile centralina di monitoraggio, utilizzata per lo più per studiare l’inquinamento da traffico veicolare, che è andata in esercizio per un breve periodo peraltro evidenziando dati nemmeno tanto tranquillizzanti – evidenzia in una nota il circolo cittadino vastese di Sinistra Ecologia e Libertà - Nella conferenza di servizi si era chiesta una stazione di monitoraggio continuo ma alle promesse non sono seguiti i fatti”.
Poi un passaggio sul tema caldo degli insediamenti industriali previsti a Punta Penna: “L’incertezza sulla natura e la gravità di questi fenomeni non impedisce però alle istituzioni di rilasciare tranquillamente le dovute autorizzazioni, ignorando la contrarietà del Comune di Vasto”. E dell’idea della Provincia per “un progressivo alleggerimento della pressione industriale nella zona” non si parla più.
Nel dibattito si inserisce anche il circolo vastese dell’Arci, deciso a strigliare la politica e reclamando la revisione del Prg con il cambio di destinazione d’uso per Punta Penna: “Su Punta Penna la politica deve avere coraggio e prendere decisioni definitive, le continue battaglie legali che si stanno alternando negli ultimi anni non portano benefici a nessuno. Non sono solo gli 'ambientalisti' a voler quel territorio tutelato, ma la quasi totalità della comunità vastese. Chiediamo alla politica locale, maggioranza e minoranza, di rendere conto alla volontà popolare e di lavorare per il cambio di destinazione d’uso di quel territorio – continua l’Arci - in modo da porre un freno a nuove richieste di insediamento di attività a rilevante impatto ambientale, in attesa di trovare fondi che possano portare ad una delocalizzazione di quelle attività incompatibili con la presenza di un’area protetta. La comunità vastese deve tornare a poter decidere del proprio territorio, la politica deve e può interpretare questa volontà popolare attraverso la variante al Prg della destinazione d’uso della zona industriale di Punta Penna”.
Intanto è arrivato anche il chiarimento di Confindustria che, in merito alle emissioni irritanti a Punta Penna, riferite dalle maestranze che operano nel depuratore Coniv il 14 febbraio scorso, precisa: “Nella zona operano aziende dalla tradizione industriale specchiata, non si sono mai verificati casi di malattia professionale e la maggior parte delle aziende, sono sottoposte a controlli periodici di tutti gli organismi competenti, così come tutte le attività svolte sono rispettose delle stringenti indicazioni fornite in sede di valutazioni dagli organismi preposti alle fasi autorizzative”. Secondo Confindustria, “nelle stesse ore in cui si sarebbero verificati gli ultimi casi di fastidio avvertito nell’ambito dell’impianto Coniv, a Punta Penna si è svolta una manifestazione di grande rilevanza pubblica, l’arrivo della prima nave portacontainer, a cui hanno partecipato autorità, forze dell’ordine, operatori economici, giornalisti, ma nessuno ha notato o fatto notare la presenza in atmosfera di sostanze irritanti”. Il problema sollevato dalle maestranze potrebbe, dunque, essere riconducibile allo stesso impianto Coniv. E per chi lo avesse dimenticato, “è stata proprio Confindustria – si conclude nella nota - per mettere fine a polemiche strumentali ad ipotizzare di intervenire con l’acquisto e l’installazione di una centralina per il controllo in continuo della qualità dell’aria.