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Quattro le condanne per il crollo della Casa dello Studente a L'Aquila

Tra le vittime il giovane universitario vastese Davide Centofanti

a cura della redazione
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Si è concluso con quattro condanne inflitte (dieci gli imputati) il processo in primo grado per il crollo della Casa dello Studente a L'Aquila, dopo il terribile sisma del 6 aprile del 2009.

Otto i giovani corpi senza vita di altrettanti studenti universitari, tra i quali quello del vastese Davide Centofanti, recuperati tristemente sotto le macerie.

Delle condanne tre sono a quattro anni e una a due anni e sei mesi. Quattro, invece, sono gli assolti perché il fatto non sussiste e due per non luogo a procedere. Un risarcimento danni in via provvisionale per circa due milioni di euro è stato disposto per i parenti delle vittime. Accolte le richieste del pubblico ministero, mentre la difesa aveva chiesto una sentenza non 'su ricostruzioni teoriche'.

Ad essere condannate, a quattro anni, sono state le persone che si occuparono della ristrutturazione del palazzo di via XX Settembre al centro del capoluogo di regione alla fine degli anni novanta: Bernardino Pace, Tancredi Rossicone e Pietro Centofanti. Due anni e sei mesi sono stati inflitti al presidente della commissione collaudo Pietro Sebastiani.

Nel crollo perirono gli studenti Luca Lunari, Marco Alviani, Luciana Capuano, Davide Centofanti, Angela Cruciano, Francesco Esposito, Hussein «Michelone» Hamade e Alessio Di Simone.

Presenti in aula molti familiari delle vittime. Alla lettura del dispositivo tanta commozione, ma anche rabbia per una sentenza non ritenuta ’equà: «Gli studenti dovevano essere fatti uscire», ripetono parenti e amici che si aspettavano dieci condanne.

Intervistata dalla Rai Lilli Centofanti, sorella di Davide, ha sottolineato: "Nessuno potrà restituirci i nostri cari, ma questa sentenza può rappresentare un messaggio". 

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