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Aspettando i soldi della cassa integrazione e 'buone nuove' i lavoratori ex Golden Lady

In un panorama difficile e complicato è ripresa in parte l'attività nel sito della Val Sinello

a cura della redazione
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In attesa dello sblocco dei fondi da accreditare ai lavoratori per la cassa integrazione (da sette mesi senza soldi) e di 'buone nuove' dal fronte, è ripresa - in parte - l'attività produttiva nello stabilimento ex Golden Lady dell'area industriale della Val Sinello di Gissi.

Circa cinquante le maestranze che hanno ricominciato, per conto dell'azienda del settore calzaturiero 'Silda Invest', mentre si è ancora in 'stand by' per quella del comparto tessile, la 'New Trade'.

All'inizio della scorsa estate, dopo le turbolenze durate anni per la crisi della Golden Lady e per la scelta dell'impresa di delocalizzare, la riconversione industriale e nuove prospettive per centinaia di lavoratori, donne per la gran parte, sembravano cosa fatta con la sottoscrizione degli accordi al Ministero dello Sviluppo Economico. Oggi, a distanza di otto mesi circa, se non si è al punto di partenza, poco ci manca. Si va avanti in un percorso tutt'altro che in discesa.

Sempre per la 'Silda Invest' di pari passo con la ripresa produttività, si è messa in moto anche la parte formativa che, a scaglioni, interesserà altri lavoratori, nell'ambito di un progetto che, entro la fine dell'anno, dovrà vedere a regime la produzione con l'impiego della gran parte dei dipendenti.

Per la 'New Trade', in particolare, si è invece in attesa di ulteriori passaggi, burocratici soprattutto. Ed è già stato convocato per fine febbraio un nuovo vertice tra la categoria imprenditoriale interessata, la stessa Golden Lady, la società 'Wollo' incaricata di valutare i progetti di riconversione, rappresentanti sindacali e istituzioni del territorio.

Per molti lavoratori resta una realtà decisamente sconfortante, tra incertezze per il lavoro e contezza di stipendi che manca. E riuscire a tirare avanti senza poter beneficiare di un'entrata economica comincia a diventare pesante ed insostenibile per i dipendenti stessi e per le loro famiglie. 

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