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In fila al cospetto della reliquia con il sangue di Giovanni Paolo II nella chiesa di San Paolo a Vasto

Si tocca con mano il livello di sentimento religioso ed affetto per il papa polacco

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In questi giorni a Vasto si tocca con mano come sia forte tra la gente, di ogni estrazione sociale, il sentimento religioso e l’amore per Giovanni Paolo II.

 

Nella chiesa di San Paolo Apostolo, grazie all’impegno e all’intuizione del parroco don Gianni Sciorra, è giunta la reliquia che contiene il sangue del papa polacco, prelevato nel giorno della sua morte avvenuta il 2 aprile 2005. Dal 9 novembre, per 10 giorni, è esposta alla devozione del popolo cristiano, proprio a portata di mano. A volte centinaia e centinaia di pellegrini in fila, con punte di 800 persone all’ora, che alternano momenti di assoluta solitudine. La reliquia incuriosisce, fa pregare, piangere, ricordare, fare proponimenti, convertirsi. C’è chi si inginocchia, chi bacia quel libro aperto in bronzo che riporta inciso il nome del beato Ioannes Paulus II, chi lo accarezza e chi vuol fotografare, anche con il telefonino, quell’ampolla trasparente con il sangue che non si condensa. Poi qualche mano che tiene un fazzoletto, una fotografia, un mazzo di candele per sfiorare il libro sul quale è ben visibile la emme di Maria, la Madonna, sullo stemma del simbolo scelto da Giovanni Paolo II e la croce del calvario.

 

Mamme con i loro bambini piccoli in braccio, anziani, disabili, uomini e donne di tutte le età, molti giovani. Lunga sosta ai banchi per guardare quel leggio che viene “protetto” a turno dalla confraternite cittadine, dagli scout dell’Agesci o dall’associazione dei marinai d’Italia. Giovanni Paolo II, nel suo lungo pontificato, si è fatto amare e gli ultimi anni della sua vita sono stati una lunga litania del dolore.

 

Un’oasi di pace, che la comunità parrocchiale di San Paolo Apostolo è riuscita a creare, dove in molti hanno trovato riposo. C’è un diffuso desiderio di spiritualità che non può non essere considerato, rispettato e coltivato.

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