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I toni trionfalistici di partito per la vertenza 'risolta' ed una realtà che, al contrario, è ancora preoccupante

Capitolo Golden Lady, manifesto del Pdl nel 'mirino'

a cura della redazione
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“I risultati dell’impegno del Pdl: vertenza Golden Lady, salvi 365 posti di lavoro”. Si legge questo in un manifesto affisso da qualche giorno sui muri e negli spazi comunali delle affissioni di Vasto.

 

Soddisfazione del partito del centrodestra (al governo alla Regione Abruzzo ed in Provincia di Chieti, istituzioni coinvolte nella spinosa e lunga vertenza) che, però, ‘stride’ con una realtà lavorativa, nella sede industriale della Val Sinello a Gissi, tutt’altro che definita e, anzi, tornata d’attualità con non poca preoccupazione manifestata su più fronti per il mancato avvio dell’attività di una delle due imprese che, subentrate proprio alla Golden Lady, devono dare concretezza ai progetti di riconversione industriale. Al momento, infatti, solo parte delle maestranze è tornata al lavoro con le prime fasi della ‘Silda Invest’, azienda del settore calzaturiero che impiega circa 200 lavoratori. Per altri 50, invece, nell’ambito della ‘New Trade’, impresa del settore tessile, certezze, al momento, non ce ne sono e si registrano continui rinvii e ritardi rispetto a quanto pianificato nell’accordo sottoscritto a fine maggio al Ministero dello Sviluppo Economico. Proprio ai responsabili della vertenza Golden Lady in ambito ministeriale rappresentanti istituzionali e del sindacato sollecitano una verifica urgente affinché si dipani la matassa.

 

Dei 382 lavoratori ex Golden Lady, circa 80 hanno rinunciato a rientrare in fabbrica una volta annunciata la riconversione industriale ed il subentro delle due imprese dei settori calzaturiero e tessile ed una settantina restano da ricollocare.

 

Per Camillo D'Amico, capogruppo del Partito Democratico in Consiglio provinciale "qui non è certo il caso d’intestarsi meriti ed onori, ma solo adoperarsi perché le scommesse imprenditoriali riversatesi in Val Sinello non vadano a vuoto perché ne va della credibilità di un intero territorio, della sua classe politica e delle parti sociali. Occorrono ancora sobrietà e concretezza. La New Trade di Prato è in ritardo con l’attuazione degli impegni sottoscritti al Ministero perché ancora non sono maturate condizioni formalizzate come autorizzazioni regionali e convenzioni con i comuni del territorio per la fornitura della materia prima (vestiti usati da riciclare). Non è tollerabile che chi ha responsabilità di governo provinciale e regionale, destinatari di porre e proporre soluzioni concrete, producano speculazioni politiche per un risultato – conclude - frutto di un intelligente gioco di squadra della politica e delle istituzioni del territorio, ancora lontano nella sua concreta realizzazione".

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