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La conferma degli artificieri sull'ordigno nel tir calabrese: «Costruito per uccidere»

Le indagini sono passate alla Procura di Reggio Calabria

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«Un ordigno rudimentale costruito per ammazzare». A confermarlo è Alessandro Di Blasio, della Squadra Volanti della Polizia di Pescara e referente degli Artificieri intervenuti martedì sera.

 

La bomba è stata posizionata all’interno del cruscotto di un tir proveniente da Rosarno, in provincia di Reggio Calabria, per caricare dell’argilla espansa nello stabilimento Laterlite di Lentella.

 

Le operazioni di disinnesco sono proseguite fino a notte inoltrata. Dopo il grande spavento emergono i particolari sul dispositivo montato sul camion. Quattro bombolette di gas da campeggio legate a una potente bomba carta, meglio nota come «cipolla». Il tutto è stato collegato a un detonatore elettrico attivabile da telecomando. Insomma, l’ordigno – scoperto fortuitamente dal padroncino calabrese mentre scollegava il caricabatterie del telefono cellulare dall’accendisigari – poteva uccidere chi nel momento dell’esplosione si trovava al posto di guida ed eventuali accompagnatori.

 

A questo bisogna aggiungere la pericolosità del pesante mezzo fuori controllo su un’arteria trafficata. Chiarito anche il motivo del mancato innesco: non un difetto nel meccanismo, ma la mancata attivazione dal telecomando. Una circostanza questa che, forse, potrebbe favorire la pista dell’intimidazione. Per quanto riguarda il fronte delle indagini, sarà la Procura di Reggio Calabria a cercare di far luce sull’episodio. A Lentella, comune di origine di gran parte dei dipendenti della Laterlite, il caso ha suscitato qualche timore: «Anche se è la prima volta che accade una cosa simile è un episodio davvero inquietante». Il sentire comune è che, comunque, il gesto non sia rivolto contro l’azienda.

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