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Taglio delle Province: in Abruzzo 'sopravvivono' Chieti e L'Aquila, in Molise Campobasso

Verso la cancellazione gli Enti di Pescara, Teramo e Isernia

a cura della redazione
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'Sopravvivono' L’Aquila e Chieti come Province in Abruzzo, verso la cancellazione Teramo e Pescara. In Molise 'resiste' Campobasso, mentre Isernia sarà tagliata.

 

Il governo Monti ha stabilito i criteri per la riduzione delle province: restano quelle con più 2.500 chilometri quadrati e 350mila abitanti (è il caso di Chieti) o capoluogo di Regione (L’Aquila e Campobasso). 


"In base ai criteri approvati - si legge nella circolare con i criteri - i nuovi enti dovranno avere almeno 350mila abitanti ed estendersi su una superficie territoriale non inferiore ai 2.500 chilometri quadrati". Le nuove Province eserciteranno le competenze in materia ambientale, di trasporto e viabilità (le altre competenze finora esercitate vengono invece devolute ai Comuni, come stabilito dal decreto 'Salva Italia')". La soppressione, ha precisato il ministro Filippo Patroni Griffi, potrà portare il numero delle Province fino a 40 e ridurre a 10 le città metropolitane. La cancellazione delle Province che corrispondono alle Città metropolitane avverrà contestualmente alla creazione di queste (entro il primo gennaio 2014).


LA SITUAZIONE IN ITALIA - Sulla base dei criteri di riordino delle Province approvati dal Cdm, l’Ansa, su dati Istat, è in grado di dire che in Piemonte, su 8 Province attuali, quelle salve sarebbero Torino, Cuneo e Alessandria; via le attuali Province di Vercelli, Asti, Biella, Verbano-Cusio e Novara. In Lombardia rimarrebbero Milano Brescia, Bergamo, Pavia mentre dovrebbero essere accorpate le attuali Province di Lecco, Lodi, Como, Monza Brianza, Mantova, Cremona, Sondrio e Varese. Nel Veneto rimarrebbero in vita Venezia Verona e Vicenza. Accorpamento in vista per Rovigo, Belluno, Padova, Treviso. In Liguria su quattro Province attuali ne scompaiono due, Savona e Imperia; salve Genova e La Spezia. In Emilia Romagna sì a Bologna, Parma, Modena e Ferrara; accorpate Reggio Emilia, Ravenna, Forlì-Cesena, Rimini e Piacenza. In Toscana, su 10 Province, si salverebbe solo Firenze (via Grosseto, Siena, Arezzo, Lucca, Massa Carrara, Pistoia, Prato, Pisa e Livorno). In Umbria rimane solo Perugia, ’saltà Terni; nelle Marche sarebbero ’salve' Ancona Pesaro e Urbino, mentre non hanno i requisiti per sussistere Ascoli Piceno, Macerata e Fermo. Nel Lazio rimarrebbero Roma e Frosinone, ma dovrebbero essere accorpate Latina, Rieti e Viterbo. In Abruzzo non subirebbero accorpamenti L’Aquila e Chieti, in Molise rimarrebbe solo la provincia di Campobasso, in Campania salve Napoli, Salerno, Caserta e Avellino, fuori solo Benevento. In Basilicata rimarrebbe in vita la Provincia di Potenza, esclusa invece quella di Matera; in Puglia su 6 Province se ne salvano solo 3: Bari, Foggia e Lecce, da accorpare Taranto, Brindisi e Barletta-Andria. Infine in Calabria, su 5 Province, si salavano Cosenza, Reggio Calabria e Catanzaro; da accorpare Crotone e Vibo Valentia. A queste sono da aggiungere le  Province nelle Regioni speciali: in Sicilia su 9 ne rimarranno in vita solo 4: Palermo, Agrigento, Catania e Messina. La scure si abbatterà su Caltanisetta Enna, Ragusa, Siracusa e Trapani. In Sardegna una debacle: rimarrà solo la Provincia di Cagliari. Verranno ’eliminatè le Province di Olbia Tempio, Medio, Ogliastra, Carbonia, Sassari, Nuoro, Oristano. Infine in Friuli, su 4 Province iniziali, due rimangono in vita, Trieste e Udine, due vengono tagliate o meglio accorpate: Pordenone e Gorizia.


Nei prossimi giorni il Governo trasmetterà la delibera al Consiglio delle autonomie locali (Cal), istituito in ogni Regione e composto dai rappresentanti degli enti territoriali. Questo dovrà formulare una proposta finale al governo, che provvederà all'effettiva riduzione delle Province promuovendo un nuovo atto legislativo che completerà la procedura.

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