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Omicidio Rigante, arrestati quattro familiari del giovane rinchiuso a Vasto

Secondo gli inquirenti componenti del 'commando' che si è accanito contro l'ultrà ucciso a Pescara

a cura della redazione
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In nottata la Squadra Mobile ha operato quattro fermi nei confronti di altrettanti rom pescaresi ritenuti i complici di Massimo Ciarelli, rinchiuso in carcere a Vasto, accusato di aver esploso il colpo di pistola che ha ucciso il giovane ultrà del Pescara Domenico Rigante.

 

Con le accuse di concorso in omIcidio, tentato omicidio, porto abusivo di armi, minacce aggravate e violazione di domicilio sono stati fermati i cugini di Massimo Ciarelli, i tre fratelli Angelo, Antonio e Luigi Ciarelli ed un nipote, Domenico. Tutti hanno tra i 23 e i 24 anni. I quattro sono in carcere in isolamento e non possono parlare con l'avvocato fino a disposizione del Gip. Nei loro confronti la Squadra Mobile del capoluogo adriatico, diretta da Pierfrancesco Muriana, ha raccolto gravi indizi di colpevolezza e col passare dei giorni si sarebbe fatto più forte il quadro probatorio nei confronti di Massimo Ciarelli, che ieri di fronte al gip si è avvalso nella facoltà di non rispondere ma si è professato innocente davanti ai suoi avvocati. 

 

I quattro sono stati rintracciati poco fuori Pescara. Sono stati condotti in carcere e sono in isolamento. Ma il caso, a quanto pare, non è ancora chiuso e gli inquirenti ritengono che all'appello possano mancare una o due persone. Il 'commando' che effettuato una vera e propria spedizione punitiva promossa da Ciarelli la sera del primo maggio in via Polacchi per chiudere una discussione nata la sera prima al centro storico di Pescara con il fratello di Domenico Rigante,  Antonio, gemello del primo, sarebbe stato composto da almeno sei o sette ragazzi.

 

Fonte Il Centro

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