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Sequestri a Vasto Marina e sulla costa: tutela del territorio e responsabilità politica

Sviluppi e considerazioni dei doppi sigilli apposti a Montevecchio e in località Canale

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Sarebbero nove le persone iscritte al registro degli indagati dalla Procura della Repubblica di Vasto in relazione alla vicenda del sequestro di costruzioni realizzate abusivamente in violazione delle norme e dei vincoli in materia urbanistica. Costruzioni sottoposte a sequestro venerdi’ scorso dopo una serie di approfondite indagini condotte dalla Guardia di Finanza e dagli uomini dell’Ufficio Circondariale Marittimo di Punta Penna. Su provvedimento del Gip presso il Tribunale di Vasto, i sigilli sono stati apposti al complesso “Plaza” e ad un’abitazione in località Canale. Sito sulla collina di Montevecchio, in zona D8, destinata a strutture turistico-ricettive, il “Residence Plaza” sarebbe una lottizzazione abusiva. Almeno secondo la Procura che ha messo sotto sequestro 42 immobili, appartamenti e villette, sorti a servizio dell’Hotel Plaza ma destinati ad essere immessi sul mercato. Non secondo i legali dei proprietari, gli avvocati Giovanni Cerella e Arnaldo Tascione. Sotto sequestro anche cinque corpi di fabbrica destinati a civile abitazione in località Canale, una delle zone più belle della fascia costiera vastese, a due passi dal mare ma anche dall’ex tracciato ferroviario. Un intervento quest’ultimo, secondo la Procura, operato in violazione del vincolo paesaggistico e del Prg. Vicende che, oltre a rifocalizzare l’attenzione sulla difficile situazione in cui versa il settore urbanistico a Vasto, riaccende i riflettori sulla necessità di intensificare i controlli lungo la costa, sempre più oggetto di aggressioni. Panorami mozzafiato, natura incontaminata, il mare sotto casa, conferiscono certezza di guadagno a chi investe in queste zone ma queste stesse peculiarità sono alla base di un’azione di “saccheggio” che sta deturpando irrimediabilmente il territorio. La magistratura accerterà eventuali responsabilità da parte dei funzionari pubblici, dei tecnici e dei proprietari degli immobili coinvolti nelle due distinte vicende, ma è evidente che il problema che si pone va al di là dei presunti abusi commessi. La questione vera è quella delle norme, le norme vigenti che, se aggirabili, come ipotizzato dalla Procura, chiaramente non sono sufficienti a tutelare il territorio. E questa è una responsabilità politica.
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