Partecipa a Histonium.net

Sei già registrato? Accedi

Password dimenticata? Recuperala

Il maestro di strada: 'Riscoprire le buone radici che sono dentro ognuno di noi'

Incontri con Cesare Moreno a Vasto nell'ambito della serie di eventi 'Scrittori oltre il muro'

Condividi su:
È stato prima in compagnia dei detenuti della Casa Circondariale di Torre Sinello e poi presso la Nuova Libreria di Piazza Barbacani il maestro di strada Cesare Moreno, ospite di 'Scrittori oltre il muro', l'iniziativa coordinata da Miranda Sconosciuto ed Emanuela Petroro in collaborazione con i Lions. "L'esperienza con i detenuti è stata molto bella - ha spiegato Miranda Sconosciuto - perché ha dimostrato come si possa educare attraverso il racconto, l'ascolto, il contatto e il dialogo. Ed è ciò che il maestro Cesare Moreno ha fatto con il progetto Chance e continua a fare con impegno e determinazione". Una figura "atipica" e purtroppo minoritaria quella di Cesare Moreno nel mondo della scuola, un uomo che da una vita "in direzione ostinata e contraria" cerca di supplire con ogni mezzo alle mancanze delle istituzioni scolastiche, troppo spesso sorde e impegnate in una comunicazione unidirezionale che produce nozioni e trascura l'educazione, lasciando al proprio destino generazioni di giovani. I buoni con i buoni, i cattivi con i cattivi. "Ma chi sono i cattivi?" ha chiesto Moreno durante l'incontro presso la Nuova Libreria, in riferimento all'etimologia del termine. "Cattivo viene da captivus: prigioniero. Quindi il suo contrario non è 'buono', ma 'libero'. Per fare di un cattivo il suo contrario non c'è altra possibilità che renderlo libero di esprimere il proprio essere, al di là di quel destino che sembra essergli appiccicato addosso per la sola 'colpa' di vivere in una zona disagiata o essere a contatto con la malavita. Dentro ognuno di noi - ha proseguito il maestro Moreno - ci sono radici positive da ritrovare. E un maestro questo deve fare: deve agevolare la riscoperta di queste radici contro le altre 'false radici' dell'appartenenza a realtà difficili che destinano i propri figli al fallimento". Un lavoro difficile, quindi, che spesso si scontra con istituzioni che spesso "non hanno ben chiaro nemmeno qual è il proprio compito". "Educare - ha infatti spiegato Cesare Moreno - significa far crescere, portare a una diversa condizione, mentre ci si occupa solo delle nozioni, delle promozioni o bocciature, ma quelle sono semplicemente il guscio, il risultato di quella crescita che non può essere delegata solo alle famiglie, soprattutto in contesti problematici". Nel corso della serata sono stati anche letti brani tratti dal libro "Insegnare al principe di Danimarca", di Carla Melazzini, moglie (defunta) di Cesare Moreno. Sul finire Moreno ha confermato il proprio impegno in questo delicato ambito, pur nelle difficoltà e contro politiche e istituzioni dai "mandati paradossali, cioè ti dicono che puoi fare una cosa, ma poi ti fanno capire che è meglio se non la fai". "Questo lavoro - ha concluso Moreno - è come svuotare l'oceano con un cucchiaino, ma per quante ondate possano arrivare, io sarò sempre sulla riva col mio cucchiaino". Un altro confronto è avvenuto questa mattina alla Scuola Media 'Rossetti', mentre in serata Moreno sarà alla 'Bottega dell'Incontro' di via Pampani nel centro storico. Domattina, infine, tappa all'Istituto 'Pudenti-Pantini'.
Condividi su:

Seguici su Facebook