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Processione vastese del Venerdì Santo e il ricordo delle vittime del terremoto

I simboli della Passione, il Cristo Morto e la Madonna Addolorata sfilano per le vie della città

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La coincidenza con il terzo anniversario del drammatico e doloroso sisma aquilano non poteva non toccare anche i pensieri ed i messaggi conclusivi della Processione del Venerdì Santo a Vasto. E' stato il parroco di Santa Maria Maggiore, don Domenico Spagnoli, a rivolgere ai presenti l'invito di non dimenticare l'estremo sacrificio di quanti, anche a noi vicini, hanno perso la vita in quel triste terremoto. L'uscita della processione, come sempre, è avvenuta poco dopo le 19, in partenza dallo spazio antistante la chiesa di Sant'Antonio di Padova, con la conclusione, dopo un paio di ore, al cospetto della Cattedrale di San Giuseppe. Lunga teoria che da via Adriatica si è poi snodata tra due ali di folla, alla luce calante del tramonto, con i simboli tradizionali della Passione e le statue del Cristo Morto e della Madonna Addolorata, ed in mezzo il coro che intonava il 'Miserere', diretto dal maestro Luigi Di Tullio, le Confraternite cittadine, il clero, autorità e fedeli. Lungo tutto il percorso, nel centro cittadino, diverse persone, anche per via della giornata clemente dal punto di vista del meteo. "Il nostro cuore è in lutto, per la morte del Cristo, ma ricolmo di speranza per la sua Resurrezione", ha detto don Stellerino D'Anniballe, parroco di San Pietro in Sant'Antonio, concludendo il tradizionale e sentito rito religioso.
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