Partecipa a Histonium.net

Sei già registrato? Accedi

Password dimenticata? Recuperala

Testimonianza di un'ammirazione sincera e fraterna per Nino Pace

Il ricordo sentito e commosso dell'avvocato vastese Salvatore De Simone

a cura della redazione
Condividi su:
"Ricordo di Nino Pace": è stato il titolo dell'evento organizzato, sabato 24 marzo presso la sala Eden di Ortona, dall'associazione 'Abruzzo Popolare' in memoria del compianto Nino Pace, uomo politico, pubblico amministratore, sindaco di Ortona e pubblico amministratore della nascente Regione Abruzzo. Di seguito la testimonianza dell'avvocato vastese Salvatore De Simone. Un saluto affettuoso alla signora Nella, a Danilo ed Alessandra e a tutti i presenti, alcuni che non vedo da anni, con i quali ho condiviso un bell’arco di tempo nella battaglia socialista. Un ringraziamento agli organizzatori per questa iniziativa. Per osservare il principio di sinteticità e per non incorrere nel vizio della retorica, sempre presente nei momenti di rievocazione, ho preferito affidare la mia testimonianza non alla oralità, ma allo scritto, per ricordare una figura luminosa, Nino Pace, un vero compagno ed un vero amico protagonista della bella stagione politica degli anni ’80; nei suoi confronti un’ammirazione sincera ed un rispetto fraterno. Oggi rievocare la sua azione politica costituisce per me motivo di grande soddisfazione, un momento di orgoglio per quanti furono vicini a Nino Pace, in questo momento storico, in cui la “damnatio memoriae”, spegne ogni ricordo, ogni testimonianza. Nino Pace fu persona umanamente molto sensibile e politicamente molto responsabile, fu impegnato per la crescita ed il progresso dell’Abruzzo; egli profuse, nella sua azione politica, tutte le sue energie, senza risparmio alcuno, fremente di entusiasmo e di iniziative, con un approccio serio ai problemi della Politica, con la P maiuscola. Fu in sostanza un grande lavoratore a servizio della Comunità e del suo Partito: chi non lo ricorda aprire gli Uffici Regionali di Viale Bovio a Pescara alle 7 del mattino; chi non lo ricorda presente in tutte le manifestazioni politiche, in tutte le feste dell’Avanti, in tutte le campagne elettorali, con la sua propensione all’ascolto di chi aveva bisogno, a prediligere il rapporto umano, con il suo atteggiamento di bonomia e di grande sensibilità. Ricordo che il leit motiv dei suoi discorsi, che poi praticava nella attività cotidiana, era il titolo del Convegno di Rimini “dei bisogni e dei meriti”. Soddisfare il bisogno, rispettare il merito fu sua pratica quotidiana, fu l’interpretazione di cosa significava per lui la politica, fu l’essenza del suo essere socialista. Oggi si direbbe che egli fu un anti-casta, ante litteram. Un particolare ricordo in un Festival dell’Avanti a Celenza sul Trigno: era presente il grande politologo don Gianni Baget Bozzo, il socialista divenuto cantore del Belusconismo; dopo il suo intervento, mi chiese che cosa avevo capito e ricordavo. Risposi: “Nulla”. Ed egli di rimando: “E' alta politica, noi stiamo con i piedi per terra”. E stava con i piedi per terra, nell’aiutare i tanti giovani a trovare un lavoro, aiuto che costituiva per lui, non la raccomandazione ma la risposta ai bisogni. E tanti giovani, occupati nella Val di Sangro e nella Vallata del Trigno lo ricordano con affetto, con nostalgia. E chi non ricorda Nino Pace impegnato nella politica dei trasporti, autorizzando nuove linee in favore di cooperative ed imprese di trasporto proprio per favorire la mobilità delle popolazioni del medio ed alto vastese verso la costa ed i luoghi di lavoro. Nino Pace fu un gigante nella sua azione politica, non fu quei politici di oggi, molti dei quali – secondo la plastica immagine del senatore Rino Formica – rassomigliano a quei nani che, nell’ombra dell’imbrunire, appaiono giganti. Non dimenticheremo il suo buon senso e la sua pacatezza. Grazie Nino per aver scritto una bella pagina del socialismo abruzzese, noi, sebbene in pochi, militiamo in quella tradizione socialista e riformista, non abbiamo cambiato né bandiera né inno, perché, a dirla alla Sandro Pertini “hic manemibus optime”.
Condividi su:

Seguici su Facebook