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Sessant'anni di vita sacerdotale: il 'traguardo' di don Pasquale Santoro

Celebrazione nella chiesa di San Giovanni Bosco e festa nella comunità salesiana

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"Un grazie al Signore per tutti questi anni al servizio dei giovani". Con questa frase ha esordito, nell'omelia di ieri, don Pasquale Santoro, salesiano che ha festeggiato i suoi 60 anni di sacerdozio. Era commosso quando è iniziata la celebrazione eucaristica delle ore 18.30 nella chiesa di San Giovanni Bosco, parrocchia in cui risiede da 8 anni come prete 'a tempo pieno'. A far notare la sua commozione è stato il parroco don Francesco Pampinella che, nel prendere la parola all'inizio della celebrazione, ha invitato i numerosi fedeli, giovani e meno giovani, a raccogliersi in un clima di preghiera e gratitudine verso il signore per questo grande dono e prova di fedeltà verso il Signore. A concelebrare, oltre al parroco, erano presenti tutti i confratelli della comunità salesiana. Nell'omelia, don Pasquale ha sottolineato momenti toccanti della sua vita raccontando come fin da piccolo Dio l'abbia chiamato per diventare prete. Conobbe i salesiani a Civitavecchia quando la famiglia, con la mamma originaria di Ficarazzi di Palermo e papà di Casagiove di Caserta, per lavoro decise di spostarsi lì. "Da subito mi sono sentito attratto da quel cortile che era pieno di ragazzi - ha detto il sacerdote - e, pochi anni dopo, ho iniziato i miei studi ad Amelia, senza nessuna opposizione da parte dei miei familiari che, anzi, accolsero la notizia con molta gioia. Li conobbi don Renzo Vecchietti, sacerdote salesiano che stette molti anni a Vasto e che proprio qui terminò la sua vita. Negli anni, oramai sacerdote dal 16 marzo 1952, incontrai tantissimi ragazzi che ancora oggi mi ricordano, perchè spesi la maggior parte del mio tempo ad insegnare loro Italiano o Greco. Sono stato direttore di molte opere nella ex ispettoria adriatica e, dal 2004, sono felice di essere qui, nella bella e grande comunità vastese che vuole molto bene a noi salesiani". Al termine dell'omelia una provocazione ai giovani presenti a messa: "In una staffetta, ad un certo punto, bisogna cedere il testimone a qualcuno che sta davanti... è arrivato il tempo di cedere il mio di testimone!" Un video proiettato al termine della messa, da lui ideato, ha raccontato attraverso la sua voce narrante, il suo percorso di vita, avvalendosi dell'aiuto di immagini storiche da lui fatte reperire dai vari archivi delle opere salesiane in cui è stato. Altro momento bello è stato il momento di fraternità assieme al festeggiato, con un rinfresco offerto dalla comunità salesiana ed il taglio della torta da parte del festeggiato.
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