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'Destino' di Punta Penna e la responsabilità della classe politica cittadina

Nota del Comitato per la Tutela del Territorio

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“La gestione dell’area di Punta Penna? Una gestione, da sempre, caratterizzata dalla disapplicazione delle normative e delle leggi; dall’assenza dei controlli; dalla disinformazione verso la città”: è un attacco a tutto campo quello sferrato dal Comitato per la Tutela del Territorio che si scaglia contro la politica accusata di non aver prestato la giusta attenzione a problemi reali ma antichi, oggi ulteriormente aggravatisi. Insomma, il caso biomasse, esploso negli ultimi mesi, altro non sarebbe che l’inevitabile epilogo di conflitti mai sanati, molto più di un “semplice” scontro tra ambientalisti ed industriali. “Tutte le questioni di un certo rilievo sono state trattate e decise con il minimo possibile di pubblicità – affermano gli aderenti al Comitato, che da subito hanno rifiutato etichette politiche –. Tra gli esempi più recenti, la vicenda del porto turistico alla foce della Lebba con annessa speculazione immobiliare su cui l’intero ceto politico ha taciuto; l’approvazione del progetto di raddoppio del porto commerciale, ottenuta da un Consiglio comunale impossibilitato a informarsi e tenendo la città all’oscuro; la vicenda della concessione dell’autorizzazione alla Istonia Energy, scoperta sul Bura, nonostante due delibere del Consiglio comunale”. Una situazione in cui gran parte della responsabilità andrebbe ascritta alla politica: “Le inadempienze del ceto politico locale, nei decenni, hanno lasciato accumulare i problemi. Ma oggi siamo ad una stretta decisiva – evidenzia il Comitato -. Di fronte ai quattro nuovi impianti annunziati nella zona (due centrali a biomasse, un impianto di recupero di rifiuti speciali pericolosi, un cementificio) la città ha fatto sentire la sua voce”. Il Comitato torna a contestare il Patto per il Territorio, proposto dal sindaco Luciano Lapenna: “A Punta Penna, le parti in causa non sono due, ma tre. La terza è l’Amministrazione comunale che, sinora, non ha risposto a nessuna delle questioni strategiche sull’assetto urbanistico della zona; ha omesso i controlli che pure gli sarebbero stati richiesti dalla legge; non ha informato la città sulle questioni principali. In più, attraverso il cosiddetto Patto per il Territorio, sta provando a far passare le proprie inadempienze come una base di partenza per la gestione della zona”. Intanto, il Gas, (Gruppo di Acquisto Solidale, nato 7 anni fa ad opera di cittadini che hanno scelto di acquistare alimentari a filiera corta e prevalentemente da agricoltura biologica), ha espresso preoccupazione per la realizzazione della centrale e l’ampliamento del polo industriale di Punta Penna, invitando il sindaco a puntare su di uno sviluppo sostenibile del territorio.
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