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Chiusura Golden Lady a Gissi, 'Le scelte imprenditoriali non spettano alla politica'

L'assessore regionale al Lavoro sulle 'differenze' tra Basciano e Gissi

a cura della redazione
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Salva a Basciano, no a Gissi. Scelte differenti in Abruzzo per la Golden Lady. Ed in riferimento alla chiamata in causa da parte della segreteria provinciale di Chieti della Filctem-Cgil che evidenziava un 'interesse' non eguale della Regione nelle vertenze del sito tessile nel Teramano ed in Val Sinello a replicare è l'assessore regionale al Lavoro, Paolo Gatti. "Perché il risultato raggiunto a Basciano non è stato lo stesso anche per lo stabilimento della Golden Lady di Gissi? Non c'entra il campanilismo - sottolinea l'assessore - e insinuare in modo pretestuoso e polemico questa motivazione è una comoda scorciatoia per non voler mettere i lavoratori nelle condizioni di comprendere i reali processi industriali in atto. La verità, e lo dico con rammarico, ma con semplicità e onestà intellettuale è una sola - aggiunge -: perché ci sono scelte aziendali, di profitto e addirittura a volte di sopravvivenza, che non lasciano spazio di persuasione o di proposta. Abbiamo profuso il massimo sforzo nell'interlocuzione con l'azienda in una visione certo non parziale; ma alla fine le scelte strategiche spettano alle imprese e prescindono dalla volontà della politica. Abbiamo il massimo rispetto e attenzione per tutti i lavoratori della Regione e dunque anche per i lavoratori di Gissi, attenzione dimostrata in questi tre anni attraverso le misure di sostegno straordinarie a loro favore deliberate insieme ai sindacati dal Cicas". L'assessore Gatti fa riferimento ai percorsi di politica attiva in corso per lo stabilimento di Basciano e già usufruiti da quello di Gissi. In particolare a Gissi i lavoratori hanno percepito 8 mesi di cassa in deroga, dal 21 marzo 2011 al 20 novembre 2011, che ha permesso loro di unire i 12 mesi di cassa integrazione per crisi ai 24 mesi di cassa integrazione per cessazione. Accompagnata alla cassa in deroga c'era anche la possibilità di beneficiare della "dote" del Patto per il Lavoro da utilizzare per specifici percorsi formativi e di riqualificazione professionale ad personam. Infine, anche attraverso l'unità di crisi, non è stata abbandonata la verifica per una eventuale reindustrializzazione del sito.
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