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Quasi 5mila firme per dire 'no' alla centrale a biomasse

Continua la battaglia del Comitato Cittadino per la Tutela del Territorio. La 'palla' adesso passa alle forze politiche

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Quasi 5mila firme, "4896 per la precisione". Quasi cinquemila persone che hanno voluto dire di no alla realizzazione della centrale a biomasse in territorio di Punta Aderci. "Ma sono poche se ancora si pensa a come siano sentiti dalla pubblica opinione locale alcuni temi oggetto della petizione, a cominciare naturalmente dal primo, la difesa di Punta Aderci dagli insediamenti industriali che, mai come oggi, la minacciano. Presentando al Comune di Vasto queste firme - ha affermato il coordinatore del comitato Cittadino Tutela del Territorio, Michele Celenza, nel corso della conferenza stampa che si è tenuta questa mattina - sappiamo di rappresentare non solo ciascuno dei quasi 5mila firmatari ma rappresentiamo virtualmente la totalità dei vastesi e di quanti, con loro, amano quei luoghi". Una battaglia, quella del comitato che è sorto dopo la notizia della realizzazione di una centrale a biomasse a Punta Aderci, che sta continuando e che ha delle precise richieste che i rappresentanti del comitato avanzano anche e soprattutto alla politica vastese. "E' noto - ha continuato Celenza - che nello stesso senso della petizione si sono espressi anche quasi tutti i gruppi politici presenti in consiglio, sia di maggioranza (IdV, Rc e Sel) che di opposizione (Udc, Pdl, PpV, ApV e Vg). Questi ultimi, come è noto, hanno anche presentato una mozione per il prossimo consiglio comunale: gli uni e gli altri insieme rappresentano sulla carta la netta maggioranza del consiglio. A ciascuna delle forze politiche di questa maggioranza, chiediamo di trarre sin dal prossimo consiglio comunale dalle proprie dichiarazioni le dovute conseguenze". Una situazione a seguito della quale il Comitato Cittadino per la Tutela del Territorio avanza due richieste ben precise: "chiediamo alle forze politiche suddette che in qualla sede trovino l'accordo per l'approvazione di una risoluzione semplice ed essenziale che impegni il sindaco a richiedere, quale massima autorità sanitaria cittadina, la revoca dell'autorizzazione regionale (per la realizzazione della centrale a biomasse, ndr) e a esprimere 'parere non favorevole' in occasione delle future conferenze dei servizi relative agli altri impianti industriali ad alto impatto ambientale programmati nella zona. Questo - ha concluso Celenza - fino a quando non sarà chiarito il quadro ambientale e il Prt non sarà reso compatibile con la programmazione sovraordinata". Ma la battaglia del comitato cittadino sta andando avanti anche per vie legali con il ricorso presentato al Tar tramite l'avvocato Vittorio Emanuele Russo che, nel corso della conferenza stampa di questa mattina ha esibito un documento scritto in parte dall'avvocatura distrettuale dello Stato, che rappresenta il governo regionale, e in parte da Iris Flacco, dirigente del Servizio politiche energetiche della Regione Abruzzo. "L'avvocatura dello Stato - commenta l'avvocato del Comitato - dichiara che nulla sapeva dell'esistenza in quella zona di un Sic, sito d'interesse comunitario", sottoposto a tutela ambientale dall'Unione europea. Questo, secondo chi ha presentato il ricorso, è l'assurdo: la Regione non sarebbe a conoscenza dell'esistenza della Riserva regionale di Punta Aderci. "Le procedure autorizzative sono andate avanti per compartimenti stagni. Altro che Fantozzi. Come si fa a dire - chiede Russo - che non si sapeva nulla? Nel giudizio dinanzi al Tar faremo rilevare queste discrasie procedimentali. Nessuno ha fatto presente che quella zona era di carattere commerciale e che, dunque, era necessaria una variante al Piano regolatore territoriale, documento che compete al consorzio industriale ed è sottoposto alle necessarie procedure d'approvazione. Nell'ambito delle conferenze di servizi convocate per decidere sull'autorizzazione a costruire la centrale a biomasse, molti enti non si sono presentati. Tutti hanno giocato a dire: Io non c'ero, non ho detto".
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