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Il Partito Democratico a Vasto tra dissidi, polemiche e nuove contrapposizioni

Tensione ad alti livelli in vista del prossimo congresso cittadino

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"Atteggiamenti e dichiarazioni stanno avvelenando il clima nel Pd. O si chiarisce o si rischia la rottura, questa volta difficilmente rimarginabile": durissima la dichiarazione di Camillo D’Alessandro, consigliere regionale e commissario del Partito Democratico vastese, intervenuto nel confronto interno ai Democrat accesosi in vista del congresso cittadino che porterà alla elezione del nuovo segretario di sezione dopo oltre 9 mesi di commissariamento. Primo ad intervenire, nei giorni scorsi, il sindaco di Cupello, Angelo Polutri, il quale, a chiusura della campagna di tesseramento, aveva anticipato che difficilmente si arriverà al congresso con un candidato condiviso. Un clima da primarie, in cui a prevalere sembrerebbe la logica delle tessere, sistema che metterebbe in minoranza la candidata dei 'fortiani', Maria Amato. A rincarare la dose, Ivo Menna, probabile neo iscritto al Pd, il quale, ieri, aveva rilanciato sostenendo che Peppino Forte, il presidente del Consiglio comunale, non solo non aveva rinnovato l’iscrizione al Pd ma neanche avrebbe presieduto i lavori dell’Assise civica convocata per il pomeriggio. Pronta la precisazione di Forte che, ieri, ha presieduto come sempre il Consiglio comunale: "Ci si può tesserare in qualsiasi momento. Chi non rinnova l’iscrizione nel periodo di tesseramento non può partecipare ai lavori congressuali ma può essere votato. Non lo dico io ma lo Statuto del Pd". Insomma, il clima è teso e non lascia presagire nulla di buono mentre si favoleggia di riflessi sulla maggioranza con Sel e Rc, che per i 'fortiani' non hanno mai avuto grande simpatia, che guarderebbero con interesse alla designazione del nuovo segretario del Pd, e della candidature del giovane consigliere comunale Antonio Del Casale. "Chiaro - avverte D’Alessandro - che qualcuno nel Pd vastese pensa di lavorare all’esclusione lenta di altri sull’altare di qualche ambizione personale. Le ambizioni in politica sono legittime, ma non vengono certo prima dell’unità del partito e del gruppo consiliare. Altrimenti accade quello che è successo a San Salvo. Nessuno pensi di legittimare questo gioco al massacro".
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