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TENTA IL SUICIDIO, SALVATO DALL'INTERVENTO DI UN POLIZIOTTO

a cura della redazione
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Aveva deciso di suicidarsi e ci sarebbe riuscito senza l'intervento, quantomai provvidenziale, di un poliziotto in serivzio al Commissariato di Vasto, il soprintendente Marcello Galante. Un 35enne di Monteodorisio, lunedì mattina, aveva deciso di togliersi la vita. L'uomo, senza lavoro, vive con la madre, e soffre di una forte depressione. Prima di compiere il gesto estremo, però, si era preoccupato della salute dell'anziana madre, sofferente di cuore, che sicuramente nel trovare il cadavere del figlio avrebbe rischiato grosso. Così ha allertato il 113, chiedendo di aiutare una donna debole di cuore che avrebbe trovato il corpo senza vita del figlio nella propria casa. Per lla prontezza dll'operatore, che è riuscito ad essere nell'occasione anche un abile psicologo, tra i due si è instaurato un dialogo. Galante, poi, grazie ad una particolare espressione usata dall'uomo ha capito che stava parlando con qualcuno di Monteodorisio e, da paesano, ha continuato a parlargli. Dopo aver convinto l'uomo a spiegare i motivi che lo inducevano al tragico ed estrremo gesto, il poliziotto è riuscito a capire - anche grazie ad alcuni particolari - chi fosse l'uomo. Nonostante questo, però, non è riuscito a convincere il 35enne a desistere dal suo intento suicida. Marcello Galante allora ha chiesto di poter lasciare il Commissariato di via Bachelet a Vasto e si è recato nel piccolo centro del Medio Vastese, chiedendo immediatamente l'intervento di un'ambulanza del 118. Giunto nei pressi dell'abitazione del suicida, il poliziotto ha incontrato la madre dell'uomo ed insieme a lei ha tentato di entrare in casa. Ma invano, poiché la porta era stata chiusa dall'interno, avendo l'uomo lasciato la chiave nella serratura. A quel punto ha deciso di sfondare la porta e, entrato all'interno, ha trovato l'uomo sdraiato sul divano, privo di sensi per aver ingerito una massiccia quantità di farmaci utilizzati dalla madre. L'intervento dei sanitari del 118, in contatto con alcuni operatori del Centro per avvelenamento da farmaci di Roma, hanno permesso di salvare la vita all'uomo, ora affidato al servizio psichiatrico e sociale della Asl per essere seguito da vicino in una fase così delicata della sua esistenza.
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