Partecipa a Histonium.net

Sei già registrato? Accedi

Password dimenticata? Recuperala

La regolarità del primo Consiglio comunale dopo il voto 2011 all'esame del Tar di Pescara

Parte del centrodestra chiede l'annullamento ed il conseguente ritorno alle urne. Fiduciosa la maggioranza

a cura della redazione
Condividi su:
Verrà discusso a Pescara, domani, davanti ai giudici del Tar, il ricorso presentato da otto consiglieri comunali di minoranza avverso la regolarità dei primi passaggi del Consiglio comunale di Vasto. Nel caso in cui l’organo di giustizia amministrativa dovesse accoglierlo, il rischio sarebbe quello di veder sciolto il Consiglio e, di conseguenza, si determinerebbe la necessità del ricorso alle urne. Confidano in questo i consiglieri che, nei mesi scorsi, si sono rivolti al Tar per chiedere l’annullamento di due importanti delibere della prima riunione della rinnovata assemblea civica emersa dal voto del maggio 2011, tenutasi il 18 giugno scorso nell’aula consiliare ‘Giuseppe Vennitti’ di palazzo di città. Una seduta ‘incandescente’, quella, caratterizzata dalle immediate contestazioni di buona parte delle minoranze rispetto alle procedure seguite dalla maggioranza e, specificatamente, a riguardo della convalida degli eletti e del subentro dei nuovi consiglieri comunali a chi nominato assessore e della successiva elezione del presidente del Consiglio comunale. A presentare il ricorso il candidato sindaco sconfitto dal riconfermato sindaco Luciano Lapenna al ballottaggio, Mario Della Porta (Vasto Giovani), gli esponenti del Popolo della Libertà Guido Giangiacomo, Manuele Marcovecchio ed Etelwardo Sigismondi, il rappresentante di Vasto Futura/Rialzati Abruzzo Francesco Paolo D’Adamo e di Alleanza per Vasto, Udc e Alleanza per l’Italia, Davide D’Alessandro, Massimiliano Montemurro e Nicola Del Prete. Non hanno percorso questa strada, invece, Massimo Desiati e Andrea Bischia di Progetto per Vasto ed è diventato un ‘refrain’ il ‘non mi appassiona’ spesso utilizzato relativamente a questa situazione del leader del movimento civico Desiati. Per l’udienza odierna al Tar sette consiglieri comunali della coalizione di maggioranza di centrosinistra si sono costituiti come controinteressati a difesa dell'amministrazione Lapenna: si tratta del presidente del Consiglio comunale Giuseppe Forte, Maria Amato, Francesco Menna e Simone Lembo (Partito Democratico), Luigi Marcello e Luigi Masciulli (Giustizia Sociale) e Paola Cianci (Rifondazione Comunista/Federazione della Sinistra). La loro posizione, ovviamente, è di vedere confermata la linea scelta all’inizio dalla maggioranza, sulla base di una circolare del Ministero dell’Interno emanata in relazione ad un parere espresso dal Consiglio di Stato. A finire nel mirino la presenza in aula e l’inizio dei lavori dell’assise civica alla presenza dei consiglieri subentranti e la delibera di immediata eseguibilità che ha reso efficace da subito il loro ingresso. Delibera che, però, non è stata votata subito ma, per un errore materiale, soltanto dopo che si era passati ed aperta la discussione su altri punti all’ordine del giorno. Ed è per questo che per Della Porta e colleghi tutto quanto sviluppatosi successivamente appare inficiato e ‘viziato’. Ad assistere la posizione della maggioranza gli avvocati Salvatore De Simone, Alessio Mucci e Giuseppe Gileno, per i consiglieri, ed il legale Cerceo per il sindaco. “Il subentro dei primi dei non eletti in luogo dei consiglieri nominati assessori – ha sottolineato l'avvocato De Simone - è automatico nei Comuni con popolazione superiore ai 15mila abitanti perché c’è incompatibilità tra le due cariche. Lo ha chiarito il Consiglio di Stato in un parere richiesto dal Ministero dell’Interno e pubblicato da quest’ultimo in un’apposita circolare. E poi – conclude il legale - la votazione relativa all’immediata eseguibilità è comunque avvenuta nel corso della stessa seduta".
Condividi su:

Seguici su Facebook