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Tribunale di Vasto e possibili alternative alla soppressione: si amplia il fronte

Parlamentari abruzzesi, rappresentanti politici locali e mondo forense si compattano

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Fronte comune per evitare la soppressione del Tribunale di Vasto o, quantomeno, rendere meno 'dolorosa' una riforma, ormai avviata, che prevede non pochi cambiamenti nella 'geografia' giudiziaria dello Stivale. Parlamentari abruzzesi, rappresentanti politici del territorio e avvocati in particolare in 'prima linea' oggi a Vasto in occasione della seduta straordinaria del Consiglio comunale convocata con unico punto all'ordine del giorno dei lavori proprio la paventata soppressione dei Tribunali non in sede di capoluoghi di provincia. Tra gli altri presenti il deputato Lanfranco Tenaglia ed il senatore Giovanni Legnini, i consiglieri regionali Antonio Menna e Antonio Prospero, i consiglieri provinciali Tonino Marcello e Antonio D'Ugo, il presidente del Tribunale Antonio Sabusco, il presidente del Consiglio dell'Ordine degli Avvocati Nicola Artese unitamente ad altri colleghi del Foro di Vasto ed il direttore della casa circondariale di Torre Sinello Carlo Brunetti. Maggioranza ed opposizione hanno elaborato un documento, approvato all'unanimità, nel quale si sottolinea la valenza e l'efficienza della struttura giudiziaria vastese e, in particolare, il suo importante presidio all'interno di un territorio di 'frontiera' chiedendo al Ministero di Giustizia di garantirne la continuità d'azione. Tra gli interventi, dopo quelo di apertura del presidente del Consiglio comunale Giuseppe Forte, la relazione del presidente dell'Ordine Forense Nicola Artese che ha prima di tutto ripercorso le tappe, succedutesi in un breve periodo (un mese di fatto) che hanno portato ai rischi attuali concretizzatisi con l'approvazione della manovra finanziaria del Governo. Tra le varie ipotesi quelle dell'accorpamento a Vasto degli uffici di Giudice di Pace di Casalbordino, Gissi e Castiglione Messer Marino e, in prospettiva, con Lanciano se proprio non dovesse essere evitata la perdita di autonomia della sede vastese.
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