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Mercatino del Libro di Testo Usato, un'esigenza sociale per studenti e famiglie

Intervista al responsabile dell'iniziativa, Marco di Michele Marisi

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Abbiamo incontrato Marco Di Michele Marisi, un giovane ‘onlus’, oltre che anima di Giovani in Movimento (Pdl Vasto), uno che continua a far politica fuori dal Palazzo e al di fuori delle logiche e convenienze che attengono più alla vita dei partiti che a quella della città. Gli abbiamo posto alcune domande per approfondire, dall’interno, le ragioni che continuano a motivare l’esigenza tutta sociale del “Mercatino del Libro di Testo Usato”. Marco, anche quest’anno l’iniziativa trova un ampio riscontro e gradimento sia fra i ragazzi che fra le famiglie che ritengono assai utile questo strumento economico del “Mercatino”. Un’iniziativa che, come sappiamo, curata dal vostro Circolo 'Carlo Falvella', va avanti da quasi quarant’anni. Assai positivo che sia, non ritieni che ciò sta a significare che, dopo decenni, pur con un progressivo miglioramento generalizzato del tenore di vita, la nostra gente si trova ancora necessitata a dover vendere i propri testi scolastici? "Innanzitutto c’è la soddisfazione per una iniziativa che va sempre meglio e raggiunge sempre più famiglie e studenti. Dall’altra parte, se una iniziativa sociale come la nostra che permette di risparmiare e recuperare soldi cresce, significa anche che la crisi economica non manca. Certo, risparmiare fa sempre bene, ma ci si accorge che alcune famiglie non possono proprio permettersi di comprare testi scolastici nuovi. Addirittura che chi viene a ritirare i soldi man mano che vende i libri e non nell’ultima settimana della restituzione. Per carità, non c’è da vergognarsi e noi andiamo incontro a tutti, ma questo significa che ci sono famiglie che faticano ad arrivare non alla fine del mese, ma alla metà. Quali sono, alla luce della precedente considerazione, i testi di cui un giovane può privarsi senza rimpianto personale, in una sorta di utile riciclaggio anche in ambito didattico-culturale? "I testi attuali certamente non sono quelli di una volta rilegati e con copertine di pelle, per cui il valore, probabilmente, è anche inferiore. C’è chi porta a vendere quelli che sa che non utilizzerà più avendo scelto magari una facoltà che gli porta ad abbandonare completamente alcune materie; c’è anche chi, per necessità, vende i propri dizionari, anche di italiano, che in ogni casa ci dovrebbero essere: ma se si ha bisogno di soldi,giustamente, ci si priva delle cose meno necessarie. Poi ci sono anche ragazzi che finite le scuole superiori decidono di andare a lavorare e non sentono la necessità di andare a riaprire, dopo anni, un testo scolastico, e, piuttosto che ammucchiarlo insieme agli altri in garage per farlo ammuffire, lo portano a vendere prima che sia troppo tardi ed esca fuori corso". Quali gli ostacoli che gli editori, sia pure indirettamente, frappongono alla ri-usabilità dei libri testo e cosa si potrebbe e dovrebbe proporre in campo sociale sotto tale aspetto? "Ecco, gli editori sono una delle classi peggiori sotto questo punto di vista. Pur di guadagnare speculano in maniera vergognosa sui testi, cambiando anche solo l’ordine delle nozioni o la grafica per guadagnare centinaia di migliaia di euro. Pensate per esempio ai classici di greco o di latino, oppure semplicemente alla divina commedia o ai promessi sposi: Sofocle, Cicerone, Dante Alighieri o Alessandro Manzoni sono morti. Non è che 'riaggiornano' i loro scritti. E allora che bisogno ci sarebbe di cambiare libri? E invece ogni anno nuova edizione, nuovissima edizione, super nuova edizione con cd, etc. Ecco: questa si chiama speculazione. E anche alcuni professori, in questa critica, non vanno risparmiati. Anche loro, a volte, adottano un testo diverso, e così nemmeno fratelli o sorelle con due anni di differenza possono 'passarsi i libri'. E’ una vergogna! Capisco che i libri di storia ogni dieci anni vadano aggiornati, ma gli altri no. Per fortuna la battaglia che il Fronte della Gioventù prima e Azione Giovani poi, insomma, la destra giovanile in generale, ha portato avanti per anni, ha avuto i suoi frutti: la legge 169/2008, prodotta dal Ministro Gelmini, infatti, ha bloccato per cinque anni le adozioni dei libri di testo, con l’intento di contenere i costi per le famiglie e incrementare il mercato dei libri usati. Certo, di più si potrebbe fare intervenendo in maniera più pesante sia sulle case editrice che sulle scuole stesse". Sappiamo che non sei solo in questa fatica e spontanea opera di solidarietà sociale, puoi dirci chi ti affianca, magari citando anche qualche nome di tali meritevoli giovani... in movimento anche quando non si gioca o non si balla? "Certo! Per fortuna non sono solo, anche perché sarebbe quasi impossibile gestire un Mercatino del Libro come il nostro in totale solitudine. Con me, quest’anno, ci sono Luca Celiberti, Flaviano Tata, Cristina Obino, Martina Petruzzelli ed altri ragazzi e ragazze che sacrificano il loro tempo per una iniziativa sociale come la nostra. Le devo dire, però, che insieme alla fatica c’è una grande soddisfazione: quella di rendersi utili alla comunità vastese e dei dintorni e di rimettere in circolo denaro". Questa, ci tengo a dirlo, è la vera Politica, quella con la ‘P’ maiuscola, quella che sta accanto alla gente. Quella sporca, quella dei soli convegni e finte scuole di formazione in giacca e cravatta, quella dei contributi e degli assegni, quella delle passerelle e degli aperitivi politici, la facessero gli altri. Sarà la gente a giudicare.
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