Partecipa a Histonium.net

Sei già registrato? Accedi

Password dimenticata? Recuperala

Ordinanza sulla musica: 'Una serata è un momento di aggregazione'

Lettera aperta di un giovane vastese

a cura della redazione
Condividi su:
Continua il dibattito sull'ordinanza che disciplina gli orari serali della musica nei locali a Vasto. Dopo che la discussione è arrivata a riguardare anche la possibilità di istituire le discoteche silenziose, arriva la lettera di un giovane vastese che propone una riflessione sull'argomento. "In merito alla recente discussione sulle discoteche silenziose, dopo aver letto lettere e ascoltato diverse opinioni (di residenti, politici, giovani, musicisti, dj, ecc), intendevo esprimere la mia idea da giovane vastese. La mia lettera è rivolta a tutti: sindaco, cittadini, turisti, esercenti, politici, proprietari delle case in affitto, ecc. La mia intenzione - si legge nella lettera - non è di polemizzare, ma di spostare il dibattito sul vero problema, che in realtà non è il rumore, non è il numero di serate che si possono organizzare, ma la condizione dei giovani in città. Chi non capisce che una serata è un momento di aggregazione, che la musica è espressione, che il ballo è un linguaggio, forse non ha capito qual è il vero problema e quale deve essere la vera discussione. Immaginiamo un locale con tante persone, ognuno con la sua cuffia, ognuno che gira per i fatti suoi nella pista, beh dov’è l’interazione tra le persone? I locali sono prima di tutto luoghi di incontro e la musica o il ballo sono dei linguaggi che utilizziamo noi giovani, e non solo, per comunicare emozioni. Perché ogni volta che si organizza una notte bianca o rosa, o quel che sia, la partecipazione delle persone è così alta? Forse perché in tanti hanno quella voglia di interagire, comunicare e svagarsi? Poi penso a quanti di voi più adulti, avete trovato nuove amicizie, nuovi amori nelle mitiche feste che raccontate aver organizzato da giovani. Il discorso è ancora più ampio, perché in realtà è anche economico, e riguarda i locali e il turismo. Io lavoro interrottamente da un bel po’ di anni (e mi ritengo fortunatissimo della mia condizione, e preciso che non lavoro nel settore turismo, quindi non ho interessi a tal riguardo), ma, intorno a me, ragazzi di diversa età hanno una condizione lavorativa precaria dovuta a contratti temporanei a progetto, o contratti a tempo determinato che, a volte, vengono rinnovati anche settimana per settimana, se non giorno per giorno (anche nelle nostre vicine grande fabbriche). Per non parlare di chi proprio non riesce a trovare un’occupazione lavorativa minimamente stabile. Da ciò nasce il desiderio dei giovani di svagarsi per eliminare tutto il nervosismo e l’umiliazione dovuta a questa condizione. A volte mi chiedo se questa condizione lavorativa, potrebbe essere migliorata puntando sul turismo. Ci sono località, che basano la loro economia, lavorando nei soli mesi estivi. Una serata organizzata in un locale - continua la lettera - porta soldi al gestore, ai musicisti/dj professionisti o non; talvolta il numero dei baristi, camerieri, aiutanti del locale aumenta, portando qualche soldo anche a chi vuole arrotondare o lavora solo grazie a questo. Siamo in crisi economica, crisi produttiva delle fabbriche, crisi finanziaria, crisi della crisi, ma perché non puntare su un turismo giovanile? Si può fare anche un’analisi e dati alla mano mi si può dimostrare che un turismo meno giovane porti più soldi e forse meno problemi, ma si portino i dati e si apra una discussione per realizzare un progetto turistico che dica a chi questa città deve puntare. Esistono posti che sono località di vacanza per le famiglie, o solo per i giovani o solo per l’élite o per le persone più comuni. Si dica questa città su che turismo vuole puntare, in modo che se si decida per esempio, di puntare alle persone più anziane, chi è fuori luogo, come turista o come investitore si tirerà indietro nel caso non rientrasse in questo progetto. Un progetto turistico adeguato potrebbe essere il futuro per noi giovani. In ogni caso già molti studiano o lavorano fuori, e in molti non hanno intenzione di tornare: una città senza giovani è una città morta. La discussione sugli orari dei locali e dell’intrattenimento musicale, sta nascendo in molte città, e se da un lato ci sono ordinanze comunali che limitano l’orario, ci sono anche casi come quello del Tar di Lecce, che ha annullato l’ordinanza del sindaco di Gallipoli, che limitava l’orario per la musica delle serate negli stabilimenti balneari. La mia opinione è che gli orari devono essere opportuni al target turistico che si intende catturare. Molti giovani turisti e residenti in questa città trovano ogni anno sempre meno a livello di intrattenimento serale. Negli anni 90’ e nei primi anni del 2000, passeggiare per Vasto Marina era difficoltoso per la gente che vi affluiva, ora il lungomare è spesso vuoto; gli stabilimenti adattati a discoteche erano frequentati anche da gente che veniva da Pescara, ora la sera sono quasi tutti chiusi. Vorrei ora concludere il mio discorso, perché la mia esposizione è già stata abbastanza lunga. Durante l’ultima seduta del Consiglio Comunale, alcuni consiglieri hanno espresso la loro volontà di voler educare i giovani e indirizzarli a comportamenti corretti e civili, ottima premessa, solo che dopo questa premessa la loro proposta è stata di istituire le discoteche con le cuffie. Beh, a me questa sembra retorica, e a noi giovani, la retorica ci fa arrabbiare. Visto che lavoriamo con difficoltà, inizialmente si volevano bloccare le serate che rappresentano il nostro svago e per alcuni il guadagno, vogliamo proposte concrete e non retoriche e buttate là. Se non è possibile organizzare sempre eventi in città mettiamoci d’accordo tra le varie città della zona e organizziamo eventi a turno, in modo che a giro vengono garantite la quiete pubblica o l’intrattenimento e anche il guadagno per gli esercenti. L’ideale sarebbe avere delle navette per gli spostamenti, solo che immagino, che con i tagli imminenti causa crisi finanziare sia impossibile, ma va bene qualsiasi cosa purché sia concreta. Ma se le nostre città non offrono niente, i giovani sono costretti a spostarsi anche per una sola serata. Quando poi succedono ahimè gli incidenti stradali mortali non bisogna pensare: "Questi stupidi ragazzi che per un po’ di svago hanno perso la vita"; se si vuole educare i giovani bisogna capire le loro esigenze, per poi poter dialogare con loro, e quando succedono queste brutte situazioni bisogna pensare cosa veramente una città offre per loro. Se prima voi politici non vi domandate: 'Cosa possiamo offrire o fare per i giovani, facciamo già abbastanza o possiamo fare di più per loro?’, qualsiasi proposta presentata sarà da cestinare. Vi invito a riflettere".
Condividi su:

Seguici su Facebook