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Il futuro del centrodestra a Vasto: l'analisi di Unione Italiana

Parla il coordinatore regionale Vincenzo Bassi

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Riceviamo e pubblichiamo da Vincenzo Bassi, coordinatore regionale abruzzese dell'Unione Italiana. "Elezioni alle spalle, una sconfitta da parte del centrodestra e ora si cerca il colpevole, il capro espiatorio, il nemico da fare fuori, in una parola, lo scontro fisico all'interno e all’esterno di un partito, il Pdl. In altri termini, nulla di nuovo sotto il sole. Si assiste ancora una volta a una guerra politica che oramai dura da troppo tempo – la stessa guerra che ha fatto arrivare il Pdl impreparato alle elezioni, e che ha determinato la sfiducia di tutta un'area (quella di centrodestra), tutt'ora maggioranza in città. Buon senso porterebbe a un giudizio semplice: se la guerra politica non ha risolto problemi in passato, non potrà risolverli neppure in futuro. Pertanto, perché ostinarsi a percorrere una strada che già ha condotto il centrodestra a Vasto a due sconfitte elettorali? Il focus del dibattito politico deve costringere i dirigenti attuali e futuri, a un confronto serrato su temi politici e in particolare (i) sul metodo politico, e (ii) sul fatto se il centrodestra ha bisogno di riunire tutte le sue anime. Quanto al metodo, è evidente che qualcosa non vada nel Pdl, se è vero, come è vero, che, da una parte, questo partito, scegliendo il candidato a sindaco, è stato politicamente unito, e dall'altra, oggi, sulla base delle dichiarazioni di vari esponenti politici, lo stesso Pdl non esprime politicamente unità. È ovvio che questa contraddizione, essendo il frutto di difficoltà comunicative, dovrà essere risolta dal Pdl stesso. Tuttavia, dall'esterno sembra che questo problema derivi da un’inadeguatezza nell'affrontare un dibattito interno. Infatti, di fronte a una proposta (come il candidato a sindaco), vi è l'insensibilità di comprendere le ragioni del dissenso, da una parte, e l'incapacità di esprimerlo in modo efficace e costruttivo, dall'altra. In buona sostanza, il Pdl ha dimostrato di essere un partito che non sa discutere, e questo non perché non è democratico (ci mancherebbe!), ma perché è in generale privo di maturità politica. Esatto, il problema del Pdl è l'assenza di maturità, che, a sua volta, è la conseguenza di un fatto inconfutabile: come tutti i partiti, anche il Pdl non è in grado di svolgere il compito di formare i suoi iscritti, e per questo è diventato solo un “contenitore” di persone che non riescono più a capire perché stanno insieme. È la mancanza di formazione, quindi, il vero problema del Pdl (come di tutti i partiti), perché se è vero che il politico è tale se ha consenso, è altrettanto vero che non si è politici solo attraverso il consenso. Infatti, solo la formazione aiuta a capire il senso di un'appartenenza, oltre che a dare respiro, prospettiva e programmazione all'impegno del politico; diversamente, al massimo, si potrà gestire l'ordinario e per fare questo servono buoni funzionari, non politici. Orbene, partendo dalla constatazione del bisogno di formazione, occorre immaginare un luogo adatto in cui le idee possono formarsi e trasformarsi in progetti e programmi. E qui si inserisce il tema relativo al ruolo del Pdl nel futuro centrodestra. Infatti, questo luogo di formazione dovrà diventare un laboratorio, casa comune per tutto il centrodestra, in cui il Pdl eserciterà un ruolo centrale e primario includendo e non escludendo altre realtà politiche. La ragione è sotto gli occhi di tutti. Il partito unico non permette alle diverse anime del centrodestra di esprimersi con le proprie specificità e caratteristiche. È arrivato il momento di accettare questo fatto perché così facendo si garantirà al centrodestra maggiore, forza. In effetti, il centrodestra è un'area politica e culturale con storia e valori che non possono identificarsi in una sola persona. In altre parole, il centrodestra non può esaurirsi in un uomo, o nel partito di un uomo. Perciò ritrovarsi in un luogo, come un laboratorio politico, per condividere un metodo di confronto e discussione comuni, valori e visioni comuni, interventi comuni, eleva la discussione politica, emarginando i personalismi, abbandonando la conflittualità e portando la politica sul piano delle proposte perché è sul piano delle proposte che il centrodestra vincerà e governerà Vasto! E quindi, infine, cosa aspettiamo a metterci insieme, accogliendo l'invito di Davide D’Aòessandro e di Alleanza per Vasto, così da dar vita a un laboratorio politico in cui le forze del centrodestra, riscoprendo il piacere di stare insieme, riscopriranno il gusto di pensare a proposte alternative a quelle del centrosinistra? Ci vuole coraggio e lungimiranza; in breve voglia di politica e non di guerra! Capiamolo, per Vasto!"
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