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Petrolizzazione in Adriatico: vertice a Roma con il ministro dell'Ambiente Prestigiacomo

Di Giuseppantonio dice 'no' alle trivelle: 'Tuteliamo turismo e sviluppo sostenibile'

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Le ipotesi di petrolizzazione e nuove trivellazioni in Adriatico, in una fascia al confine tra Sud Abruzzo, Molise e Puglia, al centro del vertice, programmato domani a Roma, su iniziativa del ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo. Per il territorio abruzzese saranno presenti nella capitale il presidente della Provincia di Chieti, Enrico Di Giuseppantonio, e il consigliere provinciale delegato alle Problematiche petrolifere, Franco Moroni che faranno parte di una delegazione che comprende amministratori del Foggiano. In agenda l'istanza di pronuncia di compatibilità ambientale, datata 5 aprile 2011, relativa al permesso di ricerca di idrocarburi in mare presentata dalla società 'Petroceltic Italia srl' che interessa un ampio tratto della costa della provincia di Chieti. "Al ministro Prestigiacomo, che ringraziamo per aver convocato in tempi rapidi quest'incontro istituzionale - spiega Di Giuseppantonio -, diremo che l'Abruzzo e la Provincia di Chieti hanno già dato in termini di insediamenti petroliferi, sia in mare che a terra. E che da anni abbiamo fatto una scelta netta a favore del turismo e di uno sviluppo ecocompatibile dell'ambiente e del territorio. Dal momento in cui questa Amministrazione si è insediata - prosegue - stiamo perseguendo una linea coerente, di natura tecnica. Non siamo pregiudizialmente contro ogni tipo di insediamento ma procediamo con un'attenta analisi dei documenti. E laddove si può ipotizzare un pericolo, concreto, anche se non immediato, interveniamo nelle sedi competenti per far sentire la nostra voce. E' ciò che faremo anche domani, in sinergia con la Provincia di Foggia, alla quale ci lega la necessità di dover tutelare un ampio tratto di costa e di mare. La Provincia di Chieti ha scelto la strada del turismo e dello sviluppo sostenibile, una scelta rispetto alla quale non si può tornare indietro". Aggiunge il consigliere Moroni: "Oggi le continue domande per la ricerca di idrocarburi, con il loro impatto anche sull'immagine del nostro territorio, rischiano di vanificare il lavoro sia di interi comparti produttivi come quello dell'agricoltura, sia l'azione di promozione turistica portata avanti negli ultimi 20 anni, mentre ulteriori insediamenti estrattivi metterebbero in crisi quell'industria turistica che può e deve rappresentare un'alternativa alla vacillante economia legata all'industria tradizionale. La creazione di un pugno di posti di lavoro su una piattaforma petrolifera non può giustificare eventuali, problemi all'ambiente e all'economia turistica".
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