Partecipa a Histonium.net

Sei già registrato? Accedi

Password dimenticata? Recuperala

SEI QUESTIONI IRRISOLTE SUL TEMA DELL'INQUINAMENTO ATMOSFERICO NEL COMPRENSORIO VASTESE

Domani tavola rotonda sul tema a Palazzo d'Avalos

a cura della redazione
Condividi su:
E' in programma domani, dalle ore 18 nella sala della Pinacoteca di Palazzo d'Avalos, una tavola rotonda sul tema 'Aria di Vasto: la qualità dell'aria nel Distretto Industriale del Vastese', argomento già affrontato in un precedente incontro tematico proposto dall'associazione 'Porta Nuova' presieduta da Michele Celenza ed adesso da dibattere alla presenza di rappresentanti di Regione, Provincia, Comuni, Arta e Istituto Mario Negri Sud. L'iniziativa è nuovamenta a cura di 'Porta Nuova' e, oltre al presidente Celenza, prevista la partecipazione del presidente della Provincia di Chieti Enrico Di Giuseppantonio, dell'assessore provinciale all'Ambiente Eugenio Caporrella, del consigliere regionale Nicola Argirò e del direttore del Centro Scienze Ambientali dell'Istituto Mario Negri Sud di Santa Maria Imbaro Tommaso Pagliani. Invitati a prendere parte all'incontro Vincenzo Ronzitti, responsabile di Vasto-San Salvo dell'Arta, l'Agenzia Regionale per la Tutela Ambientale, ed i sindaci di Vasto, San Salvo e Gissi, Luciano Lapenna, Gabriele Marchese e Nicola Marisi. Così presenta l'appuntamento Michele Celenza: "Il convegno di domani fornirà, per la prima volta, l’occasione di un pubblico confronto tra tecnici e politici sul tema della qualità dell’aria nella zona del Vastese, una questione di cui la pubblica opinione sa davvero ben poco, e sulla quale regna da anni un silenzio pressoché totale. Gli elementi di preoccupazione non mancano di certo. Ci attendiamo che l’incontro possa servire, almeno per alcuni di essi, a fare la necessaria chiarezza". LE QUESTIONI PRINCIPALI - La totale assenza di monitoraggio Le centraline di rilevazione in continuo della qualità dell’aria di Chieti Scalo, San Salvo, Atessa (vale a dire l’intera rete provinciale di rilevazione, gestita dal Mario Negri Sud) sono spente; ad Atessa e Chieti Scalo dall’ottobre 2007 e dall’ottobre 2008 a San Salvo. Ciò in una zona che rappresenta pur sempre il maggior polo industriale della regione… Una situazione degna di un paese del terzo mondo. In particolare, il mancato rilevamento del PM10, sebbene il Piano Regionale per la Tutela della Qualità dell’Aria (2007) riconosca, per questo inquinante, a Vasto e Atessa “un potenziale superamento delle soglie di valutazione superiore”: il che, in Abruzzo, accade solo a Pescara. La legge1 in questo caso prevede l’obbligo di misurazione mediante stazioni fisse; queste a Pescara ci sono, ma mancano del tutto ad Atessa e a Vasto. L’inaffidabilità dei dati esistenti: il Piano Regionale definisce la zona del Distretto Industriale del Vastese zona di mantenimento, il che significa che la qualità dell’aria vi è giudicata buona, occorre solo mantenerla così com’è. Per questa classificazione sono stati utilizzati i dati (riferiti agli anni 2002-2006) provenienti dalle 3 suddette stazioni della rete provinciale. Abbiamo dimostrato che quei dati sono del tutto inaffidabili, perché ampiamente al di sotto dell’obiettivo di qualità previsto dalla legge3. Su questa base abbiamo chiesto la revisione del Piano Regionale. La mancata considerazione di dati ufficiali (molto allarmanti). In compenso, lo stesso Piano Regionale non considera minimamente una serie (ormai quasi decennale) di dati davvero allarmanti rilevati dalla centralina mobile dell’Arta riguardo alla presenza, in molte zone della regione tra cui Vasto e San Salvo, di Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA), un potente inquinante dalle proprietà cancerogene e mutagene. La Techne Consulting, società che ha redatto il Piano Regionale, interpellata al riguardo si è difesa adducendo “l’inesistenza di misurazioni significative con relazione alla nuova legislazione”. Come se ad ogni aggiornamento della normativa tecnica si dovessero gettar via tutti i dati precedentemente rilevati. La mancata installazione della centralina di monitoraggio per le emissioni dei fumi in atmosfera prevista, a carico della Laterlite di Lentella, dalla Regione (in sede di AIA) per il settembre 2010. Già nell’aprile 2006 il Mario Negri Sud aveva rilevato nel suolo circostante l’impianto la presenza di diossine e furani, per i quali aveva invano richiesto l’effettuazione di “prelievi direttamente sul punto di uscita dei fumi di scarico”. Infine, la mancata istituzione di un Registro Tumori (regionale o provinciale), un segno di scarsa civiltà che ci pone in una posizione di retroguardia in Italia (e finisce per incrementare le voci e i “si dice”).
Condividi su:

Seguici su Facebook