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TRECENTO ASSUNZIONI ALLA SEVEL: SALTA L'ACCORDO TRA AZIENDA E SINDACATI

La 'pomiglianizzazione' del sito nel 'mirino'

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Sembrava tutto fatto, restava soltanto da firmare il verbale dell’incontro programmato per ieri pomeriggio presso lo stabilimento di Val di Sangro. La Sevel, per far fronte all’aumento della produzione, ha comunicato alle rappresentanze sindacali unitarie l’esigenza di assicurare, dal 19 febbraio al 28 maggio, sette sabati lavorativi per turno (quindi anche sette domeniche per chi fa la notte). Oltre agli straordinari, il Piano dell’azienda riguarda anche l’assunzione di 300 lavoratori a termine: 150 contratti a termine di ex lavoratori abruzzesi, gli altri 150 provenienti dalla ex Bertone di Torino. Un piano che i sindacati avevano ritenuto molto soddisfacente; al momento di firmare il verbale, però, tutto è saltato e nessuno ha sottoscritto l’accordo, ad eccezione della Rsu Fismic. Questa mattina, nel corso di una conferenza stampa, Marco Di Rocco, segretario provinciale della Fiom-Cgil, ha spiegato le motivazioni che hanno portato le sigle sindacali a cambiare idea. Il problema, in particolare, è sorto quando i sindacati si sono accorti che l’accordo conteneva la cosiddetta 'clausola di esigibilità'; i sindacati dovevano siglare un patto scritto con cui rinunciavano a effettuare scioperi nelle giornate concordate come straordinario collettivo, pena pesanti sanzioni che possono arrivare fino al licenziamento del lavoratore. Una clausola che ha fatto andare su tutte le furie i sindacati, che hanno fatto saltare l’intesa e non hanno firmato il verbale. «La Fiom ha chiesto garanzie sulle stabilizzazioni occupazionali e sul rispetto dell’accordo del 2005 – tuona Marco Di Rocco – Abbiamo chiesto un verbale ‘pulito’ dalle vergogne di Pomigliano e Mirafiori da sottoporre ai lavoratori tramite assemblee e referendum». E’ proprio l’ingerenza dell’accordo di Mirafiori nella Sevel di Atessa a scatenare le proteste della Fiom. In occasione del direttivo della Fim-Cisl Abruzzo di lunedì scorso, infatti, erano arrivate rassicurazioni sul fatto che la Sevel sarebbe stata ‘immune’ dal Piano Marchionne e invece, denuncia ora la Fiom, «la Fiat vuole ‘pomiglianizzare’ anche la Sevel con il compiacente aiuto di quei sindacati che hanno già sottoscritto gli accordi vergogna». Proprio a seguito dell’accordo saltato, la Fiom-Cgil ha chiesto la convocazione urgente dell’assemblea dei lavoratori, anche se l’accordo non è definitivamente naufragato. Da un lato, infatti, ci sono spiragli di apertura dei sindacati che potrebbero tornare a trattare se ricevessero rassicurazioni dai vertici aziendali; dall’altro lato questi ultimi potrebbero decidere di procedere autonomamente ed effettuare il piano di straordinari e assunzioni anche senza il ‘patto’ di esigibilità con le Rsu. D’altra parte la situazione della Sevel necessità di una svolta positiva, dopo le ultime notizie che vedrebbero lo stabilimento di Atessa a rischio chiusura – o comunque di forte ridimensionamento – nel giro di pochi anni.
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