Partecipa a Histonium.net

Sei già registrato? Accedi

Password dimenticata? Recuperala

MAESTRANZE GOLDEN LADY, QUALE FUTURO DOPO LA CHIUSURA DELL'ATTIVITà? tRA PROGETTI, DUBBI ED AMAREZZA

Appello del vescovo Forte: 'Non lasciare nulla d'intentato'

Condividi su:
Riconversione industriale o realizzazione al posto dello stabilimento di un centro commerciale con svariate attività, ma pur sempre in un contesto produttivo e, per di più, a poca distanza anche da fabbriche chimiche? Discussione aperta, nel territorio del Vastese, per il futuro della Golden Lady e, soprattutto, di quanti sono assunti dal sito. Una questione aperta, della quale si parlerà in modo particolare martedì 25 gennaio, nel corso di un vertice convocato presso la sede di corso Mazzini dell'Assindustria di Vasto. Proprietà, sindacati, enti locali, istituzioni e associazioni di categoria sono chiamati a fare la loro parte, cercando di rendere il più possibile meno traumatico l'impatto di una chiusura che investe centinaia di maestranze, donne per la maggior parte. Sulla vicenda Golden Lady si registra anche un nuovo accorato appello dell'arcivescovo della diocesi di Chieti-Vasto, monsignor Bruno Forte: "Apprendo con profondo rammarico - le sue parole affidate ad un comunicato - della chiusura ormai decisa dello stabilimento Golden Lady in Gissi. Avevo cercato anch'io di evitare in ogni modo i licenziamenti, contattando direttamente i proprietari, per dar voce alle preoccupazioni gravissime delle famiglie dei lavoratori coinvolti e per esprimere le riserve sulla 'delocalizzazione' che anche Papa Benedetto XVI ha espresso nella recente Enciclica Caritas in veritate (n. 40). Ora non posso che prendere atto di questa vicenda dolorosissima, che ha ricadute drammatiche per centinaia di persone, e pregare Dio per le tante famiglie che si troveranno nei prossimi giorni segnate dal dramma della disoccupazione. Il mio appello a nuovi investimenti e a una politica d'innovazione sul nostro territorio è rimasto purtroppo inascoltato e il potenziale di qualità umana della nostra gente lavoratrice è stato di fatto mortificato. In questo momento di tristezza mi stringo alle famiglie disorientate e cariche di incertezze per il futuro, assicurando loro la mia preghiera e la vicinanza della Chiesa. Incoraggio tutti a non perdere la speranza e a chiedere a Dio la luce necessaria per continuare a scommettere sulla vita. Invito i responsabili della cosa pubblica e chiunque abbia possibilità imprenditoriali a non lasciare nulla d'intentato per creare nuovo lavoro nell'area toccata dalla crisi. Dio custodisca tutti i disoccupati e faccia sentire la sua mano benedetta che rialza i poveri e gli umili".
Condividi su:

Seguici su Facebook