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TRIBUNALI, RISCHIO ACCORPAMENTO

a cura della redazione
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Torna a rischio la sopravvivenza dei Tribunali di Vasto e Lanciano. Qualche anno fa, le ''voci'' in questo senso erano state così forti da spingere alla mobilitazione tutte le forze politiche e sociali delle due città. Il pericolo venne scongiurato e tutto lasciava pensare che non se ne tornasse più a parlare. Adesso, invece, i tecnici del Ministero di Grazia e Giustizia, diretto da Clemente Mastella (Udeur), sono tornati alla carica contro i cosiddetti tribunali minori. In pratica, dovrebbero essere tagliati tutte quelle sedi giudiziarie che non hanno in organico almeno 14 magistrati. In tutta Italia, in questa situazione si trovano circa 60 tribunali, tra cui quelli di Lanciano e Vasto. Il Ministero, per ora non chiarisce bene come avverrebbero i tagli. Si parla di accorpamenti senza la chiusura reale delle sedi interessate, con gruppi di magistrati che si sposterebbero, in giorni stabiliti della settimana, da una sede all'altra, per evitare la chiusura totale e definitiva dei tribunali minori. Ma potrebbe anche esserci un accorpamento totale ai tribunali dei capoluoghi di provincia. Sull'argomento, una risoluzione urgente è stata presentata alla Regione dal consigliere di Alleanza Nazionale Fabrizio Di Stefano. ''Ho ritenuto doveroso - dice Di Stefano - presentare questa risoluzione al fine di portare all'attenzione di tutti la paventata riforma statale che prevede la riduzione del numero dei tribunali sul territorio nazionale, con conseguenti ricadute negative su quelli abruzzesi, e il rischio di accorpamento dei tribunali di Lanciano, sede storica di Corte d'Assise e nel quale operano 300 avvocati, oltre che di Sulmona e Vasto''. E aggiunge: ''Questa è la 'ricetta' proposta dal ministro della Giustizia, che ritiene così di poter risolvere le gravi difficoltà della giustizia e l'eccessiva durata dei processi. Ma si dimentica che un recente studio dell'Unione europea ha dimostrato che gli unici parametri corretti nel servizio giustizia sono stati proprio riscontrati nel tribunali cosiddetti minori, cioè non provinciali. Infatti, privilegiare forme diverse, come la concentrazione di magistrati in grandi realtà giudiziarie, rischia di creare solo strutture elefantiache, lontane dalle reali esigenze dei cittadini, con costi e tempi assurdi e a totale discapito delle comunità di riferimento. Ritengo doveroso che il presidente Del Turco ponga questo problema in sede di conferenza Stato-Regioni''.
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