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VASTESITà, TRADIZIONI, ANEDDOTI E AFFETTI NELL'UNDICESIMA EDIZIONE DEL 'LUNARIE DE LU UASTE'

Domenica la presentazione nella Pinacoteca di Palazzo d'Avalos

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Domenica scorsa è stato presentato l’attesissimo “Lunarie de lu Uaŝte”, l’Almanacco dei Vastesi, giunto ormai alla undicesima edizione. Fedeli ai propri principi e pur tra le solite mille difficoltà, anche l’appuntamento di questo anno ha visto una partecipazione massiccia di cittadini che hanno “rivisto”, “riscoperto” e, in qualche caso, letteralmente “scoperto” spicchi di vita del passato più o meno recente. Presentati e condotti dal direttore de 'Il Nuovo Molise' Pino Cavuoti, i protagonisti di questa edizione sono sempre loro, Peppino Tagliente ideatore e promotore, Paolo Calvano, ricercatore di aneddoti, e Giovanni Di Rosso, vero moto perpetuo di questo trio, specializzato nel ritrovamento di foto e fatti inconsueti. Quest’anno l’Almanacco si presenta in una veste grafica tutta nuova e più accattivante. E non è stata casuale questa scelta editoriale che, in occasione delle celebrazioni per l’Unità d'Italia, ha voluto ricordare gli avvenimenti di centocinquanta anni fa. Tantissimi i personaggi ed i fatti ricordati, raccontati, celebrati; così come tantissimi sono i momenti di relax dati da una serie di aneddoti che ben rappresentano, con un po’ di sana e semplice ironia, scorci di vita autenticamente paesano. L’inserto sui Barbieri di Vasto rappresenta una “chicca” ulteriore nello scorrere piacevole di questo almanacco, annoverando non solo molte foto degli stessi protagonisti ma anche le loro vicissitudini professionali e le loro passioni musicali. Questo Almanacco ha soprattutto due meriti: quello di ricordare e rinsaldare le amicizie, le parentele, gli affetti tra quelli che sono citati a vario titolo nel libro: e poi quello di far incontrare i giovani vastesi con i ricordi e le persone dei meno giovani per una serie di incontri tesi al dialogo, all’amicizia, a una maggiore comprensione fra la gente. Forse è questo il maggior messaggio che “Lu Lunarie de lu Uaŝte” porta con sé. Momenti di grande simpatia sono stati, nel corso della serata, la rappresentazione di una scenetta tratta da “Creste gna veite pruvaite” recitato in modo esilarante da Gino Pierabella e Carmela Camperchioli, la lettura di racconti in vernacolo da parte di Peppino Tagliente, la recitazione di un sonetto di Murolo ad opera di Michele Di Casoli Non potevano mancare le canzoni, stavolta inedite, composte da Francesco Paolo Sorgente e cantate da questi con la cugina Michelina Bassi. Una miniera dunque di umanità, un patrimonio finora solo in parte portato alla luce dalla buona volontà e dalla passione di questi tre che, ne siamo certi, non si fermerà e ci porterà altri elementi di riflessione su quel “passato” senza il quale non ci sarebbe questo “futuro”. FOTOSERVIZIO a cura di PIERFRANCESCO NARDIZZI
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